Giorgina Grossi, la campionessa dimenticata

17 luglio, 2014

Tra la polvere di una stanza della palestra delle scuole medie Quirico Filopanti di Budrio è riemersa la fotografia di Giorgina Grossi, una meravigliosa atleta che dovrebbe essere celebrata con l’intitolazione di una strada e non certo dimenticata come è accaduto fino ad oggi. I risultati ottenuti nel getto del peso e nel lancio del disco la rendono un esempio unico nella storia sportiva del nostro Comune, che non ha mai potuto contare su una radicata tradizione agonistica nelle due discipline praticate dalla Grossi.

I PRIMI LANCI A BUDRIO
Giorgina Grossi nasce a Budrio il 3 agosto 1916. La bambina budriese non riesce a stare ferma, ogni momento è buono per correre ed impegnarsi in qualsiasi gioco che possa dare sfogo alla sua esuberanza. Grazie alla costruzione del nuovo campo sportivo – provvisto anche di installazioni per praticare l’atletica leggera – la Grossi ha la possibilità di scoprire vari sport. La futura campionessa entra a far parte dell’Associazione Budriese di Educazione Fisica (A.B.E.F.) e si appassiona al getto del peso e al lancio del disco.
Nel 1934 Giorgina si trasferisce a Bologna e nel 1937 si iscrive alla SEF Virtus Bologna Sportiva. All’età di ventuno anni inizia a tutti gli effetti l’attività agonistica della Grossi, che coglie un terzo posto nel getto del peso ai campionati italiani.


Giorgina Grossi vincitrice del campionato italiano 1938 nel getto del peso (prop-1. archivio privato).

LA CONSACRAZIONE
La lanciatrice budriese si dimostra rigorosa e disciplinata. Gli allenamenti sono una costante occasione per migliorarsi fisicamente, ma soprattutto dal punto di vista tecnico. Il getto del peso ed il lancio del disco sono specialità sportive che richiedono un continuo affinamento del gesto atletico ed un autocontrollo fuori dal comune. Ogni gara è contraddistinta da momenti di pausa in cui la mente può deconcentrarsi e compromettere la competizione. Per questo motivo la capacità di mantenere alta la tensione emotiva riveste un ruolo imprescindibile per il conseguimento del risultato finale.
Il 1938 è l’anno della consacrazione: il 17 luglio a Parma, Giorgina vince il suo primo titolo di campionessa italiana nel getto del peso con la misura di 11,14 m. Due settimane dopo esordisce in nazionale e coglie un secondo posto nella sfida con la Francia (Coulommiers, stadio Capucins, 31 luglio 1938). Il 4 settembre allo stadio Berta di Firenze giunge prima (11,33 m) nel confronto tra Italia e Ungheria. La stagione appare già trionfale, ma la Grossi non è ancora appagata e il 24 settembre a Milano ottiene il primato italiano con la misura di 11,68 m. Il 9 ottobre a Torino ritocca ulteriormente il record di 1 cm. Questi risultati collocano Giorgina nel novero delle atlete di riferimento a livello nazionale.

LE CONFERME
Nel 1939 la campionessa passa alla società sportiva La Filotecnica di Milano. La budriese va ad abitare nel capoluogo lombardo, dove qualche anno dopo conoscerà il futuro marito. Il 25 giugno è convocata in nazionale per la competizione con la Polonia e il 30 luglio, a Milano, riconferma il titolo italiano (11,32 m). La sfida con la Germania del 13 agosto ed altre gare arricchiscono l’annata della Grossi, che comincia a sognare il palcoscenico olimpico. I Giochi a cinque cerchi, già assegnati a Tokyo, previsti per il 1940 sono cancellati a causa dello scoppio della IIª Guerra Mondiale. Giorgina comprende immediatamente la gravità della situazione e tenta di rifugiarsi nell’attività sportiva, che è limitata in modo sostanziale. Il 21 luglio 1940 la budriese conquista il terzo campionato italiano (Firenze) nel getto del peso con la fantastica misura di 11,94 m e coglie un terzo posto nel lancio del disco. Una settimana dopo riconferma il suo invidiabile stato di forma nella rassegna che oppone l’Italia alla Germania. Da questo momento in poi la Grossi è parallelamente impegnata nel getto del peso e nel lancio del disco, che rappresentano le due grandi passioni nutrite sin dall’infanzia. Dal 1941 al 1943 la campionessa ottiene tre secondi posti consecutivi nel peso e due terzi posti nel disco nei campionati nazionali, confermandosi sempre ad alti livelli ed ottenendo il miglior risultato tecnico in carriera nel getto del peso: 12,33 m. Le gare internazionali sono ridotte ai minimi termini; soltanto un confronto con l’Ungheria permette a Giorgina di varcare i confini italiani. Il 20 ottobre 1942 l’atleta nata a Budrio si sposa e diventa la signora Treu, mettendo radici profonde a Milano.

LA TENACIA DI GIORGINA
Dal 1944 fino al 1948 le contese sportive sono praticamente sospese. La Grossi però non si abbatte e, pur dedicandosi alla maternità, continua gli allenamenti con grande tenacia. Il 15 settembre 1946 è convocata in nazionale e, dopo la nascita del secondo figlio, nel 1949 appare pronta per la ripresa dell’attività agonistica: il 24 luglio partecipa al confronto tra Olanda ed Italia; il 7 agosto è protagonista della sfida con la Cecoslovacchia. Il 18 settembre sale sul podio (3ª) del campionato italiano nel getto del peso per l’ottava volta su otto partecipazioni e giunge quarta nel lancio del disco. L’anno successivo Giorgina vince la gara tra Italia e Svizzera. Dopo una settimana (14-15 ottobre) partecipa per l’ultima volta al campionato italiano: quarta nel peso e settima nel disco, in cui pochi anni prima ha ottenuto la ragguardevole misura di 39,43 m. Il ritiro ufficiale giunge, all’età di trentotto anni, nel 1954 al termine di altre stagioni trascorse tra allenamenti e competizioni.
Conclusa la carriera, la Grossi si dedica alla propria famiglia: l’amore per i due figli e per il marito riempie le sue giornate. La passione per lo sport resta un punto di riferimento per la campionessa budriese, che nei momenti liberi raggiunge i vari impianti sportivi milanesi per poter osservare e offrire qualche consiglio alle giovani atlete. La FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) rende omaggio all’atleta, inserendola nel proprio Albo d’Oro di tutti i tempi: i tre titoli italiani consecutivi, i due primati nazionali e le vittorie ottenute con la maglia azzurra sono le motivazioni addotte dalla Federazione.

Purtroppo la vita di Giorgina si conclude prematuramente, a soli cinquantaquattro anni, il 6 aprile 1971. In questi ultimi decenni a Budrio non è stato fatto nulla per ricordare una donna capace di affermarsi in discipline sportive in cui non abbiamo grande tradizione e che proprio per questo motivo dovrebbe essere presa ad esempio e valorizzata per la ferma volontà di inseguire il suo sogno.

Ringrazio Marco Martini e Fernando Pazzaglia.

Leonardo Arrighi

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2 Commenti


  1. Voglio complimentarmi con l’autore per l’ottimo articolo. Temo che a Budrio pochi sapessero delle importantissime imprese della nostra concittadina Grossi.
    Condivido l’idea che intitolarle una strada sarebbe doveroso e forse, visti i meriti sportivi di indiscutibile rilievo, meriterebbe un ricordo pubblico adeguato, come una mostra o quant’altro.
    Complimenti ancora a Leonardo per il suo lavoro.

  2. Sono la nipote di Giorgina. Sono nata nel 1986, quindi non ho avuto il piacere di conoscere mia nonna, ma con questo articolo avete reso reale una figura per me solo nota attraverso i racconti dei parenti. Mi avete commossa. Grazie di cuore, davvero.

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