Ordinanze di Pierini come il confetto Falqui? [L’OPINIONE]

17 novembre, 2014

di Luca Gherardi

Forse non tutti hanno letto l’ordinanza emessa dal Sindaco il 12 Novembre scorso e riguardante la gestione della raccolta rifiuti e le sanzioni per i “comportamenti non conformi”.
Come un novello Tino Scotti, anche il Sindaco vorrebbe che per il suo confetto Falqui bastasse la parola (l’ordinanza), ma a parte l’identico effetto primario (sia il confetto che l’ordinanza fanno…) crediamo ci siano problemi, di diverso ordine e tipo.

Partiamo dal documento: è una ordinanza enciclopedica, talmente ampia da finire quasi per avere la pretesa di costituire ( o sostituire) un regolamento. Non è un caso: il regolamento per la raccolta differenziata del Comune risale al 1997, e se andate a cercarne uno più antico tra tutti i 60 Comuni della provincia di Bologna, ne troverete solamente due. Nel regolamento in vigore, i comportamenti “non conformi” risultano diversi da quelli che ora il Sindaco va a determinare con il nuovo provvedimento. Tuttavia, la competenza sul regolamento della gestione dei rifiuti non è del Sindaco ma del Consiglio comunale, e questa ordinanza la dice lunga su come egli consideri il Consiglio come un peso, un inutile orpello frapposto tra il suo ego e le iniziative che lui ritiene di mettere in campo. E’ dall’inizio del nostro mandato di Consiglieri che ci troviamo spesso di fronte a frequenti episodi di espropriazione delle funzioni del Consiglio, spesso attraverso l’uso di delibere di Giunta e, stavolta, per mezzo di una ordinanza. Pare che il Sindaco ispiri la propria azione amministrativa a quella di Napoleone Bonaparte, forse sperando che finita l’epoca del “meno male che Silvio c’e’ “se ne possa avviare una diversa, sulle ali di un “meno male che Giulio c’e’ “. Vogliamo dirlo senza alcuna perifrasi: temiamo che il Sindaco abbia un’idea davvero sbrigativa dell’Amministrazione comunale, unita ad una impostazione politica che lo porta ad evitare il confronto con quella maggioranza di budriesi che non la pensa come lui.

Si fa un gran parlare, da tempo, della distanza che c’e’ tra la politica ed i cittadini, e nel suo piccolo questa ordinanza da fast food ne è una dimostrazione : visto che il regolamento vigente e’ del 1997, considerato che sulla gestione dei rifiuti ha riempito e continua a riempire il dibattito cittadino e preso atto che e’ agli atti anche una petizione di Noi Per Budrio in cui moltissimi cittadini hanno chiesto di rivedere i criteri di raccolta dei rifiuti, perché il Sindaco non ha portato in Consiglio l’argomento? Si sarebbero potute discutere, apertis verbis, tutte le questioni e le diverse opinioni. Invece, si vorrebbe superare il tutto con una ordinanza perdendo così l’occasione di dare quantomeno una rinfrescata ad un regolamento vecchio 17 anni ma soprattutto non più adeguato al nuovo sistema di raccolta di rifiuti.

Tra l’altro, in capo ai sindaci permangono solo le ordinanze in materia di sanità e pubblica sicurezza e quelle che hanno una doppia caratteristica di contingibilità (impossibilità di provvedere con mezzi previsti dalle Leggi) e di urgenza (impossibilità di ritardare l’ordinanza per il rischio di subire un danno imminente). Requisiti , questi , che sono evidentemente mancanti nell’ordinanza in questione.
Dal nostro punto di vista un buon Sindaco si sarebbe posto il problema di modificare e ammodernare il Regolamento, e invece a Budrio si pensa di andare alla coda del problema e di definire l’ultimo anello della catena, quello delle sanzioni per i comportamenti scorretti. Allora delle due l’una: o si fa una ordinanza per migliorare i metodi di conferimento e le modalità di differenziazione dei rifiuti oppure, come nel nostro caso, si mettono in campo provvedimenti che mirano a fare cassa con sanzioni anche molto pesanti. Ma davvero a nessuno pare che sia già stato chiesto sin troppo ai cittadini budriesi, sia in termini economici che in termini di pazienza nel dover adeguarsi al nuovo sistema di raccolta dei rifiuti ? E il nostro non e’ uno sfoggio di accademia di demagogia, piuttosto e’ un modo diverso di intendere l’amministrazione di un paese : il Comune dovrebbe essere una entità chiamata a gestire i bisogni collettivi assecondando, per quanto possibile, le inclinazioni degli individui. Tutta la gestione della PAP, dalla sua nascita a questa ordinanza, si e’ invece connotata come una imposizione, uno schema studiato a tavolino con Hera e quindi rispondente alle necessità del Comune e dell’azienda bolognese ma non certo a quelle dei cittadini.

Non e’ semplice, per chi come noi sta all’opposizione, sorbirsi la demagogia dell’ecologismo di maniera del Pd budriese, fatto di nenie ripetute ma svuotate di ogni credibilità non appena si arriva a parlare di inceneritori, di Passante Nord o di impianti a biomasse, solo per citare alcuni punti. Malgrado questo, e’ chiaro che toccherebbe alla maggioranza portare in Consiglio un nuovo regolamento della gestione dei rifiuti, possibilmente mettendo da parte piccinerie e zibaldoni degni di un azzeccagarbugli come questa recente ordinanza.
Vogliamo poi richiamare l’attenzione dei cittadini su alcune questioni “leguleie” che non siamo ancora stati in grado di approfondire ma che potrebbero rendere inutile ed inapplicabile sia l’ordinanza che le sanzioni in essa previste.
Un primo punto riguarda il fatto che l’impianto sanzionatorio parrebbe essere viziato dal fatto che l’ordinanza non prevede per il contravventore la possibilità del pagamento in via breve (il doppio del minimo o il terzo del massimo).

Un secondo punto riguarda poi l’effettivo accertamento di un “comportamento non conforme”, che dal nostro punto di vista deve sempre essere dimostrato e accertato e non desunto o immaginato. Ci riferiamo, ad esempio, al fatto che si prevedano sanzioni per chi non ha ritirato il kit di bidoncini o che si vada a multare una persona perché si é trovato un sacco abbandonato con dentro una lettera a lui indirizzata. Un comportamento “non conforme” non può essere solo presunto, ma deve essere accertato da un qualsivoglia agente o incaricato pubblico e non può essere demandabile ad una pura supposizione dell’Ente. Insomma : una ordinanza può essere emessa solo a carico di autori di violazioni, che però devono essere accertati (e non desunti) come tali. Crediamo che chiunque dovesse vedersi recapitare una sanzione per casi come questi potrebbe fare ricorso contro il provvedimento con alte probabilità di successo. Per come e’ gestita la PAP budriese, nel tempo che intercorre tra il deposito dei rifiuti da parte dell’utente e il ritiro da parte di Hera un qualsiasi estraneo può causare lo spostamento dei rifiuti in altra zona, o modificarne l’orario di esposizione o addirittura il contenuto. Gran parte delle sanzioni che saranno elevate potranno quindi essere legalmente contestabili; il giusto annullamento della multa potrebbe essere ad esempio determinato davanti al Giudice a causa della possibile alterazione da parte di estranei del sacchetto o bidoncino durante il periodo di permanenza incustodito in attesa del ritiro. Allo stesso modo, non esiste nessuna legge che impone il ritiro del kit di bidoncini previsto da Hera, ne’ tantomeno lo prevede il regolamento del 1997 del nostro Comune.
Forse, piuttosto che studiare e varare ordinanze per andare a pescare altri soldi dalle tasche dei cittadini, sarebbe il caso che il Comune chiedesse uno sconto ad Hera per i tanti disservizi: mancati ritiri di rifiuti abbandonati o ingombranti che deturpano il paesaggio, mancato passaggio e ritiro da parte dei mezzi di raccolta come spesso lamentato da alcuni cittadini, malfunzionamenti dei compattatori dell’umido e via dicendo.

Luca Gherardi
Consigliere comunale Movimento 5 Stelle Budrio

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5 Commenti


  1. Beh… dopo aver visto il servizio di report riguardo ad Hera ed agli amministratori della stessa e delle 50 società che controlla, mi è cresciuta la convinzione che il nostro sindaco stia preparando un comodo nido per quando, giustamente, i Budriesi lo manderanno a quel paese. Spero che la magistratura possa sentire la puzza di bruciato che in tanti stanno avvertendo, riguardo ad una municipalizzata, che prospera solo perchè legata a filo doppio ad amministrazioni politicamente ben individuate che ci usano come fossimo servi della gleba e pure un tantino imbecilli.

    • Condivido il motivato intervento di Luca Gherardi. Così come il commento di Aldo. Le norme per sanzionare chi getta o comunque abbandona i rifiuti fuori dagli spazi dedicati, esistono già. Naturalmente “le leggi son, ma chi pon mano ad esse?” Io non ho ancora visto nessun vigile percorrere a piedi o in bicicletta i notri centri e le nostre periferie per controllare che la raccolta rifiuti venga fatta senza abbandonarli . Qualcuno dei lettori di BN li ha visti? Il sistema di raccolta é dispendioso, inquinante e rumoroso e quindi assai poco funzionale. Non si capisce infatti perché di debbano lo asciare i rifiuti fuori casa per 10/15 ore, impegnare mezzi rumorosi ed inquinanti nelle ore notturne o all’alba, quando si potrebbero tranquillamente lasciare fuori al mattino, per poche ore, ed essere raccolti nelle ore mediane della giornata. Nel territorio di Budrio infatti non esiste un traffico che possa rendere difficoltosa la raccolta durante la giornata. Così magari anche i cittadini potrebbero controllare meglio che i rifiuti differenziati non vengano poi accomunati durate la raccolta, come qualche vocina afferma di aver visto fare. Inoltre le norme sulla raccolta andrebbero scritte in diverse lingue e gli immigrati coinvolti con più intelligenza e convinzione nella raccolta differenziata. Ne vedo infatti che portano i rifiuti vicino ai cassonetti o alle campane residue, perché probabilmente non sanno come fare diversamente, senza gettarli per strada o lungo i fossi o ai confini del celeste impero, come peraltro continuano a fare in molti, anche nostrani, per i rifiuti indifferenziati. Per questi ultimi infatti la raccolta attuata dal comune e da Hera é del tutto inadeguata.

  2. … la ciliegina sulla torta marrone che di cioccolato non è?

  3. Su questo tema mi sono già ampiamente espresso e condivido tutto quanto affermato da chi mi ha preceduto.

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