Il volto dietro la villa, chi e’ “la Romantica” di Budrio

24 luglio, 2015

Il ritrovamento di una testimonianza, come può essere considerato il ricordo funebre di una persona, nasconde quasi sempre qualcosa di inatteso. Grazie all’amore per la cultura di Annino Magli, ora è possibile associare un volto al nome di Bianca Zucchelli, meglio nota come “la Romantica”. Il “santino” stampato dalla Tipografia Montanari – in occasione della morte della Zucchelli, avvenuta il 25 dicembre 1943 – contiene due elementi molto preziosi: la foto di Bianca ed un componimento letterario di Gigi da Budrio, pseudonimo di Luigi Magli. Le parole usate dal budriese sintetizzano ed esaltano alcune delle qualità della Romantica. I motivi per cui decidere di leggere le opere di Gigi da Budrio sono vari, però su tutti spicca la capacità di indagare l’animo umano, riuscendo a dare un nome a dei sentimenti difficili da esprimere.

LA ZUCCHELLI A BUDRIO
Bianca Zucchelli acquista le proprietà della famiglia Cocchi il 31 ottobre 1928. Tra questi beni è presente anche la nota villa Mary, che Bianca decide di chiamare la Romantica perché in quel luogo sopravvive un gusto estetico ormai scomparso dallo scenario contemporaneo. La Zucchelli si innamora dell’abitazione, che diventa un vero rifugio. La nuova padrona della villa appartiene ad una famiglia di cantanti lirici. Il padre e il nonno raggiungono la fama come interpreti rossiniani di primissimo piano. Bianca segue la tradizione ed ottiene ottimi risultati come cantante, arrivando ad esibirsi nei maggiori teatri italiani.
Quando la Zucchelli arriva a Budrio è già vedova ed il suo primo obiettivo coincide con la ricerca della massima tranquillità. La vita budriese la soddisfa. Quasi tutti i giorni percorre le strade del centro e si ferma nei vari negozi. Gli abiti lunghi, spesso di seta e arricchiti da pizzi molto eleganti, caratterizzano Bianca, che per i compaesani diventa “la Romantica”, assumendo così il nome da lei assegnato alla sua villa. Fino al Giorno della morte (il 25 dicembre 1943) la Zucchelli resta nella dimora di Budrio. Dal 28 ottobre il Comune è occupato dalle forze armate tedesche: iniziano i primi bombardamenti, che risparmiano la villa Romantica, colpita e in buona parte distrutta nel 1944.

LA SENSIBILITÀ DI LUIGI MAGLI
La personalità di Bianca Zucchelli non sfugge alla curiosità letteraria di Luigi Magli, nato a Budrio il 10 novembre 1885. Sin da giovane Magli nutre una grande passione per la parola scritta. La lettura è una occupazione costante. Luigi sente l’esigenza di fissare su carta le proprie idee e sensazioni. Nel 1907 il budriese avvia la collaborazione con L’Avvenire d’Italia, misurandosi così con il mestiere di giornalista. Alcuni anni dopo ritroviamo Magli impegnato nelle trincee della Iª Guerra Mondiale. L’arruolamento ha coinvolto anche Luigi, che non smette mai di scrivere, riuscendo a pubblicare numerosi articoli su L’eco delle Brianza. Per la prima volta compare il nome Gigi da Budrio, che diverrà lo pseudonimo di Magli. Il dramma bellico è protagonista di reportage non sempre strettamente legati alla quotidianità. A prevalere sono spesso le descrizioni dei sentimenti che coinvolgono gli uomini al fronte. La fede, la speranza e la disperazione ricoprono il ruolo di vere protagoniste.
Conclusa la guerra, Luigi torna a Budrio e continua ad occuparsi di cultura. Le frequenti riunioni del Cenacolo – gruppo di budriesi che si danno appuntamento presso la Farmacia Gnudi – riempiono di entusiasmo Gigi. Letteratura, storia, musica: nulla sfugge alla sensibilità del corrispondente de L’Avvenire d’Italia. Nel 1930 Magli pubblica La vestale dello spirito, una raccolta di poesie scritte durante la Iª Guerra Mondiale ed esposte alla Cà ed Metusco in occasione della mostra La Grande Guerra – Un popolo in armi (24 maggio – 2 giugno 2015). Nel 1935 Gigi scrive La Madonnina dell’Edera, un breve testo in cui riporta la storia raccontata da Giuseppe Sovrani, fornaciaio e per molti anni custode dell’edicola sacra. Dal 1937 Magli inizia a pubblicare una serie di poesie e di prose, spesso venate da profondo lirismo. Fino al 1939 le opere di Gigi da Budrio compaiono sulla rivista Toga Praetexta (Edit. Emo Cavalieri, Como). Dal 1947 al 1954 lo scrittore compare sul Giornale Letterario (Edit. Mario Gastaldi, Milano). Dal 1955 al 1957 Luigi sceglie L’Amico, rivista di carattere generale. Dal 1955 comincia il rapporto con la tipografia di Enrico Montanari, altro appassionato di cultura. Gigi continua a dare alle stampe le sue opere fino alla fine della sua vita, terminata il 7 marzo 1967.

Leonardo Arrighi

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2 Commenti


  1. Altro pezzo di storia lasciato all’incuria e al degrado…del resto vedendo come sta cadendo a pezzi Villa Rusconi di che meravigliarsi?

  2. Ma in zona romantica non dovena nascere il super polo scolastico ? ? Bombardato pure lui prima della nascita……..

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