Ugo Lenzi, il sindaco di Budrio antifascista e massone

20 luglio, 2017

lenzi2Due strade, a Budrio e a Bologna, ricordano Ugo Lenzi: politico, avvocato e giornalista. Dal 1908 al 1913 Lenzi è stato Sindaco di Budrio, raggiungendo importanti risultati, capaci di riassegnare un nuovo ruolo e nuove funzioni al Comune. Politiche sociali e fiscali rivolte ai più disagiati, l’estensione del primo Piano Regolatore Generale del Capoluogo, la municipalizzazione della luce elettrica, l’inaugurazione del Monumento a Quirico Filopanti e la riscrittura della toponomastica stradale sono soltanto alcuni dei traguardi raggiunti da Lenzi, personalità di spicco del socialismo bolognese.
Il Nuovo Sindaco di Budrio Maurizio Mazzanti, nel corso del suo discorso di insediamento (durante il I° Consiglio Comunale), ha reso omaggio allo storico predecessore Ugo Lenzi. Andiamo insieme a scoprire quale vicenda umana è legata a questo nome.

IL CONVEGNO ED UN PERIODO RIVOLUZIONARIO
In occasione del 50esimo anniversario della morte di Lenzi, l’8 novembre 2003 il Circolo Socialista Sandro Pertini di Budrio – con il Patrocinio del Comune – ha organizzato un Convegno dal titolo: Ugo Lenzi e il Socialismo Riformista fra Budrio e Bologna. Alla Ca’ ed Metusco si sono alternati diversi relatori – Angelo Scavone, Bruno Faustini, Paolo Babbini, Ferruccio Melloni –, introdotti dal Saluto del Sindaco Carlo Castelli, pronto ad esprimere ammirazione ed orgoglio nel poter accostare – ricoprendo la stessa carica – il proprio nome a quello di un illustre predecessore come Ugo Lenzi, patrimonio dell’intera comunità. Nel corso della giornata, gli interventi hanno lasciato spazio a vari dibattiti, alla proiezione di un video e ad una visita ai luoghi legati alla memoria dello storico Sindaco. Attraverso le numerose riflessioni sono riemersi i connotati di una stagione politica densa di mutamenti radicali. Tra i promotori della rivoluzione sociale budriese c’è certamente Ugo Lenzi, Consigliere Comunale dal 1904 al 1907 e Sindaco dal 1908 al 1913. Il suo percorso umano, professionale e politico incarna a pieno la stagione che – all’inizio del ‘900 – ha portatno il movimento socialista alla guida di migliaia di comuni italiani. La municipalizzazione delle idee socialiste coincide con una nuova attenzione nei confronti dei più deboli, tra cui il proletariato urbano e rurale.
Il Comune di Budrio viene dotato di acquedotto, fognature, energia elettrica e numerose scuole elementari. Cambia profondamente la politica sanitaria, che diventa – non senza importanti sacrifici istituzionali – un autentico pilastro dell’esistenza di tutti i cittadini, in grado di ricevere cure adeguate, nonostante le scarse risorse economiche. Le scelte in ambito fiscale mirano all’equità e al rispetto di ogni singolo cittadino. Lenzi si pone come una delle personalità di spicco del socialismo bolognese. Il legame con Budrio non è casuale, anzi nasce dalla profonda stima per Quirico Filopanti – che resterà sempre un punto di riferimento – e per la realtà budriese, sperimentata sin da giovane, frequentando spesso Maddalena di Cazzano, dove il padre aveva dei possedimenti terrieri e dove Ugo organizza un comizio in occasione dell’osteggiata celebrazione del 1° Maggio. Camillo Prampolini, Andrea Costa e Lenzi sono gli oratori. Oltre cinquecento braccianti e contadini si riuniscono per ascoltare parole piene di passione. Molti giornali riportano l’episodio, che segna uno dei momenti culminanti della formazione del futuro Sindaco, nato nel 1875.

LENZI ALLA GUIDA DI BUDRIO
Nel marzo del 1908 si insedia il nuovo Consiglio Comunale, composto da ventiquattro socialisti e sei clerico-moderati. Il 5 maggio Ugo Lenzi viene eletto Sindaco e comincia la propria esperienza alla guida del Comune. L’Amministrazione clerico-moderata – al governo di Budrio dal 1904 al 1907 – era già ricorsa ad un consistente indebitamento per far fronte ad una serie di impegni di spesa, legati in particolare alla realizzazione dell’acquedotto e ad altre opere di beneficenza. I vari problemi di bilancio avevano portato ad un’Amministrazione Straordinaria di sei mesi. Lenzi eredita quindi una situazione complessa. Le idee del Primo Cittadino sono chiare e si traducono in una strategia di interventi, capace di dilatare il ruolo e le funzioni del Comune. L’aumento delle uscita viene compensato dalle entrate, da un forte indebitamento e da una maggiore tassazione, concentrata in particolare sui terreni e sui fabbricati. La sovraimposta immobiliare subisce una decisa impennata. La Giunta Provinciale interviene, imponendo un abbassamento del carico fiscale sulla proprietà immobiliare. Lenzi decide di ricorrere a forme di finanziamento straordinarie, contraendo diversi mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, rimborsabili a lunga scadenza e fondamentali per la realizzazione di opere pubbliche. Il Sindaco stesso si reca personalmente a Roma, gestendo in modo diretto le trattative con i funzionari ministeriali. Le politiche sociali riacquistano vigore e si rivolgono ai poveri, destinatari: di sussidi per disoccupati stagionali, di medicinali e di assistenza sanitaria gratuiti. Per sostenere questi interventi servono altri prestiti, questa volta contratti con la Partecipanza budriese e con la Cassa di Risparmio di Bologna. La Giunta Provinciale si oppone all’intenzione di rendere gratuita per tutti la cura dei medici condotti.
Gli interventi in ambito sanitario aumentano grazie alla rielezione (era già avvenuta nel 1900) di Ettore Zanardi alla guida della Congregazione di Carità. L’attivazione del servizio di refezione scolastica e la costruzione delle Scuole Elementari di Mezzolara riflettono la sensibilità verso le politiche educative.
La municipalizzazione delle luce elettrica rende finalmente efficiente un servizio, che sta diventando necessario. Il Comune diventa il protagonista dello sviluppo urbano del capoluogo, che attraverso l’estensione del primo Piano Regolatore Generale muta la propria fisionomia: parte delle mura vengono abbattute, si assiste alla costruzione di due viali alberati ed è individuata un’area riservata all’edilizia popolare.
All’Amministrazione non sfugge l’importanza del decoro urbano, difeso attraverso vari interventi di ristrutturazione e grazie alla definitiva realizzazione del Monumento a Quirico Filopanti, che ancora oggi caratterizza la piazza budriese. Il Voltone del Palazzo Comunale e lo stesso Monumento si popolano di epigrafi commemorative, scritte dallo stesso Lenzi che – con il supporto di Demetrio Monari – ripensa la toponomastica stradale, intitolando delle vie a Ugo Bassi, alla Battaglia di Mentana, al 20 Settembre, all’8 Agosto e a Francisco Ferrer.

L’UOMO DALLA PARTE DEI PIÙ DEBOLI
Ugo nasce a Bologna il 9 agosto 1875 da una famiglia di fervidi patrioti. Lo stesso nome rappresenta un omaggio ad Ugo Bassi.
All’età di quindici anni perde il padre Giovanni Battista, volontario garibaldino nel 1866, e mantiene il nonno (paterno) Giuseppe come punto di riferimento. All’interno del Collegio San Luigi, retto dai Padri Barnabiti, compie gli studi liceali, iscrivendosi poi all’Università di Bologna, conseguendo la Laurea in Giurisprudenza. Già dal titolo della tesi – Il rapporto tra miseria e criminalità – è possibile comprendere la sensibilità di Lenzi, che dal 1894 è membro della Società Operaia di Bologna, di cui farà parte per cinquant’anni. Ugo si distanzia dell’insegnamento religioso, rivolgendo le proprie energie verso le convinzioni socialiste. In breve tempo stabilisce uno strettissimo rapporto con Andrea Costa. Il dinamismo del giovane bolognese si declina anche attraverso l’impegno giornalistico che – già nel corso degli anni ’90 – sfocia nella creazione di settimanali come: L’Amico del Popolo, Il Risveglio, Il Martello.
Nel 1898 Lenzi sperimenta per la prima volta il carcere a causa delle sue idee. L’ingresso nella cella di San Giovanni in Monte non fa altro che irrobustirne il pensiero, stimolando la volontà di dedicarsi alla vita pubblica attraverso l’impegno politico diretto. Nel 1899 arriva la prima elezione a Consigliere Comunale di Bologna. Nel 1901 – insieme all’amico Genuzio Bentini – fonda il settimanale La Squilla, dalle cui pagine non alleggerirà mai la portata dei suoi principi. Nel 1902 e nel 1904 giungono altre due elezioni come Consigliere, sempre all’interno della maggioranza dei blocchi popolari. Nel 1905 e nel 1910 farà parte della minoranza socialista. La personalità di Ugo comincia a mettersi in luce anche grazie all’elezione, nel 1906, a Consigliere Provinciale (per il Mandamento di Medicina). Arriva poi l’incarico (1908) come Sindaco di Budrio, in cui può mostrare tutte le sue capacità amministrative: la teoria diventa pratica governativa. I risultati raggiunti a Budrio non passano inosservati e lo portano – nel 1909 e nel 1910 – alla duplice candidatura alla carica di Sindaco di Bologna, battuto da Tamari e da Bacchelli.
La potente umanità di Lenzi emerge attraverso il soccorso volontario prestato in occasione del terremoto del 1908, in cui Reggio Calabria e Messina vengono quasi rase al suolo. Il Ministro dell’Interno gli conferirà un’onorificenza per il servizio reso alle popolazioni colpite dal sisma.
Le turbolenze interne al Partito Socialista portano all’interruzione dell’esperienza budriese e alla decisione di rinunciare alla candidatura a Deputato. Accanto all’attività politica, restano sempre vive quelle di avvocato, giornalista e studioso di storia.
Per nulla incline ai compromessi, Lenzi resta fedele alla propria convinzione riformista che – a causa anche delle sopraggiunte incompatibilità con l’affiliazione massonica – lo porterà ad uscire dal PSI.
Il 7 luglio 1915 Ugo prende parte – come volontario – alla Iª Guerra Mondiale. Il dramma bellico lo segna profondamente, ma non ne scalfisce la forza d’animo.

ANTIFASCITA PER SEMPRE
Tornato dal Fronte, riprende l’impegno come avvocato, sempre dalla parte dei più deboli e spesso capace di offrire la propria professionalità in maniera gratuita. I soprusi legali sono all’ordine del giorno e Lenzi non può fare a meno di opporsi alle ingiustizie, perpetrate ai danni delle classi sociali più disagiate.
L’instaurarsi del Regime Fascista pone Ugo in una posizione molto delicata: le azioni persecutorie nei suoi confronti si moltiplicano e portano a ripetuti arresti: nel 1919, nel 1930 e nel 1939. Le perquisizioni non si possono contare. Nell’aprile 1945 probabilmente giunge la sua ora ma, attraverso l’aiuto di un amico, riesce ad abbandonare la propria abitazione in tempo: pochi istanti prima dell’arrivo di due camicie nere, pronte ad ucciderlo.
L’avvocato bolognese paga a caro prezzo la fedeltà alla Massoneria, che riesce a mantenere viva – insieme a pochi altri – anche dopo lo scioglimento avvenuto nel 1925. Ugo si impegna nella difesa del monumento di Ugo Bassi e lancia una sottoscrizione per la realizzazione di un monumento in memoria di Giacomo Matteotti.
Dopo la Liberazione, Lenzi partecipa in modo attivo alla campagna in favore della Costituente. Le sue parole, pronunciate nel corso di numerosi interventi pubblici, colpiscono al cuore molte persone, che sentono la rinascita più vicina.
L’Ordine Forense lo elegge come Presidente, riconoscendone la carriera e l’importanza delle battaglie condotte. Nello stesso periodo viene nominato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, carica che manterrà fino alla morte, sopraggiunta il 21 aprile 1953.
Negli ultimi anni la memoria di Lenzi torna a Quirico Filopanti, a Luigi Cocchi, a Pietro Nanni, ad Ettore Zanardi, ad Andrea Costa, a Giosuè Carducci: soltanto alcune delle persone con cui – direttamente o indirettamente – ha condiviso le potenti idee del socialismo delle origini, legato alla purezza dei valori di «Libertà, Uguaglianza, Fratellanza», difesi anche attraverso la militanza massonica, in grado di opporsi ai soprusi fascisti.

Leonardo Arrighi

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2 Commenti


  1. Grazie a Leonardo Arrighi!

  2. Però… ispirarsi a un sindaco che ha amministrato budrio 100 anni fa un po’ paura… intanto tutto rimane come prima…

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