Prendiamo un “impegno” con il nostro dialetto

20 dicembre, 2013

La ristampa del libro di Fedora Servetti Donati Rime e rimatori dialettali budriesi dall’ottocento ai giorni nostri è un interessante connubio tra la volontà di rendere omaggio all’autrice – in occasione del 10º anniversario dalla scomparsa – e l’intenzione di aggiornare, attraverso l’appendice a cura di Lorenza Servetti e Tiziano Casella, le riflessioni sul dialetto.
Il modo migliore per celebrare Fedora è quello di mantenere vive le sue numerose ricerche grazie ad una costante attualizzazione.

La vastità degli studi compiuti dalla grande budriese non può soltanto suscitare ammirazione, ma deve spingere ognuno di noi ad assumersi la responsabilità di contribuire alla sua opera. L’appendice, pubblicata per la prima volta nell’edizione del 2013, realizza proprio questo auspicio, ribadendo la centralità dell’«impegno» assunto dalla Servetti Donati nei confronti del dialetto.
Quest’ultimo è purtroppo vittima della perdita di identità da parte delle singole comunità. Il dialetto appare destinato a smarrire la sua caratteristica dinamicità, diventando un reperto archeologico. Alcune possibilità di invertire questa tendenza esistono e vanno esplorate con ogni mezzo. Il dialetto è direttamente connesso alle nostre origini e al cosmo di tradizioni che ha posto le basi della realtà attuale. I componimenti antologizzati nel libro permettono al lettore di confrontarsi con le enormi potenzialità della nostra lingua locale che, in modo sorprendente, può trascendere la dimensione colloquiale per confluire in quella poetica.

La conferma della forza ispiratrice del dialetto e delle scoperte di Fedora è fornita da Tiziano Casella, che nell’appendice esprime tutta la sua gratitudine ad una studiosa fermamente convinta dell’importanza di condividere i risultati delle sue appassionanti indagini. Tiziano – riferendosi alla conversazione del 1982, tappa fondamentale verso la pubblicazione del 1984 – utilizza queste parole: «Quella conversazione mi entusiasmò: così cominciai a scrivere zirudelle, con la Fedora che mi incoraggiava e mi faceva da tutor, da maestra, con tanto di matita rossa e blu».
La speranza è che la ristampa presentata nel corso della serata in onore di Fedora (tenutasi il 6 dicembre al Teatro Consorziale di Budrio) possa animare l’affetto per il dialetto anche nelle nuove generazioni, vere protagoniste di una possibile rinascita, che dovrà avvenire ricordando la frase del linguista Max Weinreich: «Una lingua è un dialetto con un esercito e una marina».

IL LIBRO
Fedora Servetti Donati, Rime e rimatori dialettali budriesi dall’ottocento ai giorni nostri – Appunti di storia locale, ristampa aggiornata con Appendice a cura di Lorenza Servetti e Tiziano Casella, Comune di Budrio, 2013. Disponibile nelle librerie e nelle edicole del paese.

Leonardo Arrighi

Facebooktwittergoogle_plusmail

Commenta via Facebook


Lascia un commento


Il tuo commento sarà pubblicato al più presto una volta sottoposto a moderazione. I campi contrassegnati con * sono obbligatori.