Benedetto Schiassi, l’impegno del medico e umanista in mostra a Budrio

24 aprile, 2014

Inaugura oggi (Sala Rosa, ore 17:30) la mostra dedicata al medico-chirurgo Benedetto Schiassi, evento culturale principe di Primaveranda. Realizzata e voluta dallo storico 26enne Leonardo Arrighi [nella foto], collaboratore di Budrio Next, si propone l’obiettivo di dare luce alla vita e all’impegno del chirurgo e umanista che rivoluzionò la medicina. I motivi di un riconoscimento dovuto e il ruolo della ricerca storica, nell’intervista a Leonardo Arrighi.

Perchè una mostra per ricordare Schiassi?
Ci sono validi motivi per attribuigli un degno valore. Ha vissuto e praticato come medico fra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900, fondando la chirurgia medica, ovvero dando vita a un inedito rapporto tra il medico e il chirurgo, che non si era mai visto prima. E’ stato allievo dei grandi maestri della medicina bolognese, opponendosi a chi considerava la chirurgia una pratica esclusivamente demolitiva. In altre parole, fu uno dei primi che contemplò la difesa degli organi e degli apparati del corpo umano, senza una esportazione a prescindere. Ha praticato la prima anestesia epidurale in Italia, ed è considerato il padre della psicosomatica. E’ stato primario dell’ospedale Maggiore di Bologna e di quello Umberto-Margherita di Budrio (casa protetta San Domenico, ndr).

Come mai, allora, il suo nome non è così conosciuto?
La sua correttezza etica e il fatto che non abbia mai accettato compromessi con i poteri forti ha condizionato la sua carriera e al suo nome di essere ricordato nel tempo. E’ sempre rimasto una persona libera e questo lo ha estromesso dalla possibilità di ricoprire gli incarichi che meritava, come l’ordinariato alla docenza universitaria. Ci sono lettere e documenti esposti in mostra con cui Schiassi si rapporta alle alte cariche governative per esporre questi problemi.

Una comportamento che deve essere da esempio per molti, soprattutto nella società di oggi…
Per Schiassi la dirittura morale viene prima di ogni genere di talento. Oggi è consuetudine pensare che il “genio” o la persona con capacità debba essere privilegiata nella società in cui vive. Per lui, al contrario, questa persona aveva più oneri e responsabilità nei confronti del prossimo e più obblighi nel tenere una condotta morale integerrima.

Come è nato il tuo interesse per Benedetto Schiassi?
Sono nato a Mezzolara di Budrio e la via principale della frazione è dedicata a lui. Da piccolo, quando salivo le scale della scuola del paese, mi sono sempre domandato chi fosse quel personaggio scolpito sulle mura dell’edificio, di cui nessuno sapeva nulla. Solo da pochi anni ho potuto approfondire la sua storia, fino alla pubblicazione del mio primo articolo su Budrio Next, dedicato proprio a quella strada e a quella figura tanto straordinaria quanto sconosciuta.

Poi è arrivata la possibilità di allestire la mostra…
Sì, dopo la pubblicazione dell’articolo ho conosciuto Elena Brizio, nipote di Schiassi, che mi ha dato la possibilità di entrare in possesso di documenti e opere dalle quali ho potuto trarre nuove conoscenze. Il suo contributo e la fiducia che mi ha accordato sono stati indispensabili per preparare la mostra in suo ricordo. Le ricerche sono continuate nell’archivio storico e in quello di Stato e grazie all’aiuto del docente bolognese Sergio Alessandri e di Stefano Arieti, storico della medicina e docente universitario, ho archiviato altro materiale rilevante. La Pro Loco ha poi messo a disposizione lo spazio della Sala Rosa di palazzo Medosi-Fracassati, per organizzare l’evento.

Parliamo di Leonardo Arrighi. 26 anni, laureato in italianistica e una grande passione per la storia…
Mi piace dare una giusta prospettiva agli accadimenti del passato, studiare e capire il percorso di vita di personaggi importanti. ma spesso poco conosciuti, del nostro Paese. E’ molto bello e allo stesso tempo ci vuole molta pazienza: devi essere sempre pronto a rimettere in discussione quello che hai dato come certo il giorno prima.

Nell’era dei 120 caratteri di twitter e dei social network, la tua pazienza è davvero in controtendenza…
Sì, in effetti mi sento un pesce fuor d’acqua. Oggi pazienza e tenacia sono due caratteristiche che non siamo abituati ad allenare. Eppure, ovunque mettiamo piede nei nostri territori, troviamo spunti e motivi per approfondire il passato: monumenti, opere, dipinti che ci circondano per le strade e i musei “parlano” da sé e ci raccontano storie e aneddoti su cui riflettere. La società di oggi è troppo impegnata a vivere il presente e guarda a un futuro che nessuno è in grado di conoscere. Il passato, al contrario, è sotto gli occhi di tutti, pronto a farci pensare. In qualche modo, è più vivo che mai.

Inaugurazione giovedì 24 aprile ore 17.30

Orari di visita:
dal 25 aprile al 27 aprile e dal 1 maggio al 4 maggio ore 10.00-12.30 e 15.00-19.00
martedì 29 aprile ore 10.00-12.30
martedì 6 maggio ore 10.00-12.30 e 15.00-19-00
mercoledì 7 maggio ore 15.00-19.00

Luogo: Sala Rosa – Palazzo Medosi Fracassati
Indirizzo: via Guglielmo Marconi 3b – Budrio (BO)

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1 commento


  1. Ho trovato molto interessante questo articolo e la mostra dedicata a Schiassi che domani andrò a visitare.
    Molti sono i motivi che hanno suscitato il mio interesse:
    – ho lavorato come medico all’ospedale di Budrio per 15 anni.
    – i miei nonni hanno vissuto alla Riccardina
    – ho lavoratio per molti anni in collaborazione con i neurochirurghi del Bellaria. E’ stata per me una grande sorpresa venire a sapere che un medico di Budrio e’ stato un grande chirurgo e in particolare era in contatto con Cushing, il primo neurochurgo ad operare gli adenomi ipofisari. Attualmente i neurochurgo del Bellaria sono fra i migliori chirurghi al mondo proprio nella chirurgia di queste patologie. Di grade interesse anche il fatto che sia stato il primo a praticare l’anestesia con la puntura lombare. Penso che siano informazioni che meriterebbero maggiore notorietà anche nella comunita scienti ca’ internazionale.
    Desidero quindi congratularmi con il giovanissimo Leonardi Arrighi che mi farebbe piacere incontrare personalmente.
    Giovanni Farneti

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