La bicicletta nel cuore della mezzolarese Augusta Fornasari

28 maggio, 2014

Augusta Fornasari è stata una splendida interprete degli albori del ciclismo femminile, campionessa italiana nel 1948, nel 1949, vincitrice della IIª edizione della Corsa al Mare e trionfatrice su numerosi traguardi nazionali ed esteri.
La bicicletta per Augusta non era soltanto un mezzo di locomozione, ma uno strumento magico, sempre pronto a condurla in una dimensione ricca di sogni e speranze. In sella alla sua fedele campagna, la ciclista mezzolarese è divenuta una vera icona della Resistenza italiana: molti partigiani hanno potuto portare a termine le loro azioni grazie ai rifornimenti di viveri, che la Fornasari recapitava quotidianamente dopo estenuanti ore passate in bicicletta.

L’INCONTRO CON LA BICICLETTA
Augusta Fornasari nasce alla Malvezza (Molinella) il 27 novembre 1921. Dopo pochi anni, la famiglia si trasferisce a San Lazzaro e poi ai Casoni (Budrio): i genitori si impegnano nella gestione dell’osteria locale, tentando di mettere a frutto anche il piccolo appezzamento di terra acquistato. Augusta, insieme alla sorella e a due fratelli, frequenta la scuola ed inizia ad amare la bicicletta. Il rapporto con il mezzo a due ruote si consolida qualche tempo dopo. Terminati gli studi, la Fornasari trascorre le sue giornate lavorando in campagna, ma a volte si presenta la possibilità di un diversivo: il padre affida alla futura campionessa il pesce pescato nel macero di casa, chiedendole di consegnarlo rapidamente ai parenti di Bologna. Augusta inforca una comune bicicletta e con numerose borse attaccate al manubrio si esibisce in vere e proprie scorribande ciclistiche. Il ritmo che riesce a reggere è impressionante, la stanchezza appare un oggetto misterioso per quella ragazza così tenace ed intrepida. Alcuni compaesani le consigliano di intraprendere l’attività agonistica, ma in quel momento il ciclismo femminile in Italia non esiste e ben presto la quotidianità verrà stravolta dalla IIª Guerra Mondiale.

L’IMPEGNO COME STAFFETTA PARTIGIANA
La Fornasari non si lascia prendere dallo sconforto, dimostrando una enorme forza d’animo. Nel 1943 la giovane decide di sostenere la causa partigiana, ricoprendo il ruolo di staffetta. I rifornimenti di generi alimentari per i partigiani nascosti sono la priorità assoluta. Augusta porta cibo in più località, spingendosi fino a Pianoro e Monghidoro. La sua abilità in bicicletta si rivela decisiva per sostenere gli animatori della Resistenza e per salvare la vita di molte persone. Grazie a quelle lunghe cavalcate l’emiliana riesce a mitigare l’angoscia provata al cospetto della catastrofe bellica, ogni colpo di pedale permette alla futura ciclista di evadere dalla realtà e sognare un mondo finalmente riappacificato. Al termine del conflitto, la Fornasari riprende il lavoro in campagna, ma la passione per le due ruote non la abbandona. Dopo ore passate nei campi, la ragazza trova l’energia necessaria per montare in sella ed allenarsi. La possibilità di fuggire dalla monotonia e la gioia provata nell’assaporare nuovi paesaggi sono un propellente fondamentale per le pedalate di Augusta. La fatica provata sulle strade è uno stimolo costante, ogni escursione ciclistica è una sfida con se stessa.

GLI ALBORI DEL CICLISMO FEMMINILE
Nel 1948 vengono organizzate le prime corse in bicicletta riservate alle donne. Manca una federazione nazionale e soltanto l’UISP (Unione Italiana Sport Popolare) sceglie di dare ascolto agli appelli delle tante giovani appassionate dello sport a pedali. La maggior parte delle donne ha scoperto le due ruote per necessità lavorative, ma l’affetto per quel magico mezzo di locomozione è cresciuto, diffondendosi in molte regioni d’Italia.
Il 22 luglio 1948 parte la prima gara femminile: il nome della contesa è Corsa al Mare e si configura come una competizione composta da quattro tappe, che da Bologna porteranno le partecipanti a Rimini. Le iscritte sono settantacinque, tutte obbligate dal regolamento ad utilizzare bici da turismo (e non da corsa). Il successo della competizione è clamoroso e segna la nascita in Italia del ciclismo femminile. Augusta Fornasari, assente alla Iª Corsa al Mare, comincia il 29 agosto la sua carriera. Bastano poche gare e l’atleta, trasferitasi a Mezzolara, dimostra delle grandi potenzialità. I piazzamenti non appagano la ventiseienne che, come ricorda la sorella Silvana, aspira alla vittoria in ogni frangente. Dopo una serie di ottimi risultati – tra cui spiccano il 2º posto al Circuito di Pesaro ed il successo nella Iª prova del Campionato Annuale – nel mese di settembre 1948 Augusta diventa la prima campionessa italiana su strada della storia: a Modena, su un percorso di 60 km, la Fornasari trionfa alla media di 38 km/h. La conquista della maglia tricolore, porta il nome della mezzolarese alla ribalta nazionale. La Corridora, soprannome assegnatole dai tifosi, continua a stupire e il 7 novembre vince il Gran Premio di chiusura – Criterium degli Assi (ultima gara della stagione), ribadendo la propria superiorità.

LE CONFERME ED UNA VITTORIA MEMORABILE
La ciclista, membro della squadra Bottecchia-Pirelli, decide di continuare a gareggiare. Il lavoro in campagna non le lascia molto tempo per allenarsi, ogni tardo pomeriggio è teatro delle uscite di Augusta. Le avversarie non mancano: su tutte si distinguono la reggiana Menozzi e la ferrarese Marzola, entrambe competitive e sempre pronte a dare battaglia. La stagione 1949 culmina con la IIª edizione della Corsa al Mare: le partecipanti sono sessantasei, con una folta compagine di atlete straniere tra cui una squadra francese. Il percorso, rispetto all’anno precedente, è più lungo, impegnativo e l’unico mezzo ammesso è la bicicletta da corsa. Le prime due tappe portano il gruppo da Imola a Forlì e sono dominate dalla Menozzi e dalla Marzola. La nostra concittadina attende nella scia delle rivali e nella IIIª frazione (Forlì – Cervia di 50 km) trionfa alla media di 33,330 km/h. La contesa si infiamma, i distacchi in classifica generale si riducono e la Fornasari torna in corsa per il successo finale. Augusta è protagonista nella Vª tappa (Cesenatico – Cattolica di 46 km), giungendo terza al traguardo dietro alla Marzola e alla Menozzi. La sfida tra le tre campionesse si risolve soltanto nell’ultima giornata di gara: sul tracciato (di 47 km) che porta da Cattolica a Pesaro si verificano frequenti colpi di scena: sulla breve salita della Siligata, la francese Renucci attacca in modo perentorio. Sulla cima del colle passano a poca distanza dalla ciclista transalpina soltanto la Corridora di Mezzolara, la Menozzi, la Nadal e la Dominissini. All’inizio della discesa, la Menozzi fora e le contendenti imprimono un ritmo insostenibile alla corsa. Gli ultimi 30 km si trasformano in una lotta a distanza tra il gruppo di testa e le inseguitrici. All’arrivo il distacco è di 2’3” e la Fornasari (2ª) ottiene la prima posizione nella classifica generale, conquistando la IIª edizione della Corsa al Mare.

UNA VERA ISTITUZIONE
Dopo alcune settimane, il 17 settembre 1949, Augusta si conferma campionessa italiana sul percorso di Voghera. La ciclista di Mezzolara continua a gareggiare fino al 1955: le vittorie e i trofei si moltiplicano anche se il ciclismo femminile non riesce ancora ad ottenere tutti i riconoscimenti ufficiali che gli spetterebbero. La Fornasari va spesso all’estero per delle competizioni dimostrative e non smette di essere una imprescindibile protagonista dello sport a pedali.
Conclusa l’attività agonistica, la mezzolarese ottiene dal Comune di Budrio la licenza come autista ed inizia a prestare servizio, sempre al volante di una Mercedes fiammante. Molte persone le si rivolgono per essere trasportate in vari luoghi e rapidamente Augusta diventa una vera istituzione: affidarsi a lei significa essere accuditi con affetto e professionalità. In particolare gli anziani, bisognosi di visite e cure mediche, trovano nell’ex ciclista una preziosa alleata. Gentilezza e spirito pratico sono qualità che le vengono unanimemente riconosciute.
Per le azioni compiute durante la IIª Guerra Mondiale, vissuta come partigiana, la campionessa riceve (nel 1975) – in occasione del trentesimo anniversario della Liberazione – un attestato dalle Brigate Garibaldi e nel 1985 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini e il Ministro della Difesa Giovanni Spadolini le assegnano il Diploma d’onore al combattente per la libertà d’Italia 1943-1945.

Nel 1981 vengono riconosciuti i meriti professionali della Fornasari, che è inserita nell’albo d’oro del Messaggero Economico Italiano. Augusta, morta nel 1991, però non fa sfoggio dei prestigiosi riconoscimenti ottenuti, rimanendo fedele a se stessa e alla propria umiltà forgiata attraverso il confronto con le asperità della vita, superate con la stessa grinta mostrata in sella all’amata bicicletta.

Ringrazio Silvana Fornasari, Fernando Pazzaglia ed Ezio Venturoli.

Leonardo Arrighi

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3 Commenti


  1. Bellissima descrizione della vita di questa ragazza che oltre a lavorare sodo riesce a coltivare la passione del ciclismo rendendosi molto utile anche durante la guerra.
    Non credo che a Budrio gli sia dedicata una via….perchè non pensarci?

  2. tiziano casella

    Leonardo desidero farti i più sinceri complimenti per queste note biografiche su Augusta Fornasari. Grazie anche per tutto il resto del “lavoro” storico che stai facendo da tempo su importanti personaggi di Budrio.
    Sottoscrivo l’idea di dedicarle una via. Budrio next può farsi carico di portare avanti questa ipotesi?
    Tiziano Casella

  3. E’ una bellissima idea! abbiamo tante strade dedicate a personaggi, sì importanti, ma che non ci appartengono, sarebbe invece molto bello onorare le persone che localmente si sono distinte nei vari ambiti!

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