Il contributo del calciatore Enrico Masi alla sua Budrio

30 giugno, 2014

Enrico Masi è stato il protagonista, negli anni ’30, del periodo calcisticamente più esaltante per il Comune di Budrio. Nonostante un grave infortunio abbia spezzato il suo sogno sportivo, Masi non si è abbattuto, impegnandosi come maestro elementare, allenatore, assessore all’urbanistica, consigliere comunale e presidente dell’ospedale di Budrio.

LA PASSIONE PER LO SPORT
Enrico Masi nasce ad Ospital Monacale il 16 dicembre 1917. Il futuro calciatore è un bambino riservato e pieno di passioni: lo studio, la lettura e lo sport sono al centro dei suoi interessi. Le giornate trascorrono tra i banchi di scuola, i compiti e le ore passate all’aria aperta. Masi inizia a giocare a calcio e a praticare l’atletica leggera con una dedizione straordinaria. La presenza ai campionati giovanili nazionali nei 300 m a ostacoli è una delle prime soddisfazioni per Enrico, che sceglie però di dedicarsi maggiormente al calcio. Alcuni esperti si accorgono delle enormi potenzialità del giovane che il 7 aprile 1930 si trasferisce – per poter studiare all’Istituto Magistrale “Albini” di Bologna, in cui si diplomerà quattro anni più tardi – con le sorelle a Budrio, dove trova una situazione favorevole per poter esprimere il proprio talento. Il Comune è provvisto di un campo sportivo – costruito tra il 1928 e il 1929 – ben attrezzato e messo a disposizione, in modo esclusivo, dell’Associazione Budriese di Educazione Fisica (A.B.E.F.).

LE VITTORIE CON L’A.G.C. BUDRIO
Enrico, tifoso della Juventus, si mette immediatamente in luce e l’Associazione Giovani Calciatori Budrio (A.G.C.B.) gli assegna una maglia da titolare. Il presidente Luigi Monterumici e il segretario Mario Bianchi affidano la squadra a Pietro Genovesi (ex calciatore del Bologna e della Nazionale) che svolge il ruolo di allenatore-giocatore. I componenti dell’organico sono in gran parte atleti locali e tra questi si distingue Masi, che nonostante la giovane età diventa un vero punto di riferimento. Il ragazzo non è molto espansivo, ma l’impegno e l’entusiasmo con cui gioca e si allena contagiano i compagni che tentano di seguirne l’esempio. Nella stagione 1933-1934 il Budrio vince il campionato di 3ª Divisione ed inizia una meravigliosa cavalcata verso i vertici del calcio nazionale. In quel periodo le varie categorie sono organizzate in maniera diversa rispetto ad oggi: dopo la 3ª Divisione si passava alla 2ª e poi alla 1ª che in caso di vittoria garantiva il diritto a prendere parte al campionato di Serie C (suddiviso in due gironi in Italia) a cui seguivano i gironi unici di serie B e serie A.
L’A.G.C. Budrio è affidata poi a Mario Gianni, famoso portiere del Bologna conosciuto con il soprannome di “gatto magico”. L’esperienza del grande campione favorisce l’ulteriore progresso della compagine budriese che nel 1937-1938 trionfa nel campionato di 1ª Divisione, centrando ben 13 vittorie su 16 partite disputate e mettendo a segno 43 reti. Enrico Masi è assoluto protagonista e Il Resto del Carlino gli dedica un articolo che si conclude con queste parole: «(Masi) ha dimostrato di avere davanti a sé un fulgido e sicuro avvenire di calciatore».

I BUDRIESI ANIMA DEL MOLINELLA
La promozione in serie C è una gioia immensa per la Società budriese, che deve fare i conti con un problema insormontabile: il terreno di gioco dello stadio di Budrio non possiede le dimensioni richieste dalla F.I.G.C. (Federazione Italiana Giuoco Calcio). Il Presidente Monterumici e il segretario Bianchi avviano un dialogo con il Molinella, giunto secondo in classifica, che gioca in un impianto (inaugurato il 12 febbraio 1933 e di proprietà del Comune) regolamentare. La squadra di Budrio confluisce nella Società Sportiva Molinella, perdendo il proprio nome ma assicurandosi la partecipazione alla serie C. La formazione titolare è caratterizzata dalla presenza di sette giocatori del Budrio, tra cui non può mancare Masi. Nel 1938-1939 il Molinella conquista il campionato di serie C e viene promosso in B. L’entusiasmo raggiunge livelli impensabili, anche se i dirigenti, forse non abbastanza convinti delle prospettive della Società, cominciano a vendere i calciatori più importanti e rappresentativi, minando così anche lo spirito di squadra. Enrico, solo all’ultimo istante, non viene ceduto grazie alla sua volontà: il giocatore ha un grande affetto per la squadra in cui è cresciuto ed il valore che attribuisce alla fedeltà gli impedisce di abbandonare i compagni. La stagione 1939-1940 si rivela un autentico fallimento, culminato nella retrocessione in serie C. Masi è notato da numerose formazioni. I giudizi su di lui sono unanimi, pochi nel panorama nazionale interpretano il ruolo di ala sinistra come il calciatore budriese.

IL SOGNO INFRANTO
Nell’estate del 1940 il Venezia (squadra di serie A) acquista Enrico, che inizia a pregustare l’esordio nella massima categoria. La formazione lagunare attende con fondato ottimismo la stagione successiva, i nomi dei compagni sono davvero altisonanti: Fioravanti, Tortore, Alberti, Alberico, Loik e Valentino Mazzola. L’ala sinistra è piena di energia, i primi allenamenti sono emozionanti e gli insegnamenti dell’allenatore Girani diventano presto dei principi da seguire. Dopo mesi passati ad affinare la propria preparazione, Enrico si pone in evidenza nelle partite di precampionato, in particolare nella sfida tra Venezia e Padova Masi mette a segno due splendide marcature, dimostrandosi maturo per il sospirato debutto in serie A.
Alla quarta giornata di campionato al budriese è affidata una maglia da titolare per la partita contro la Roma. La tensione è forte, ma il giovane calciatore non tradisce le attese, lasciando trapelare tutte le sue qualità: intelligenza tattica, tecnica raffinata, velocità, prontezza di riflessi ed un innato altruismo definiscono le peculiarità di un giocatore completo. Durante quella stagione sportiva, Enrico frequenta la Facoltà di Lingue dell’Università di Venezia e presta servizio militare. Masi dimostra di sapersi destreggiare molto bene tra i numerosi impegni, che sente come degli stimoli per migliorare se stesso sotto vari aspetti. Il primo anno al Venezia è positivo e culmina con la vittoria della Coppa Italia. L’ala sinistra è entusiasta dell’esperienza in serie A e si prepara per il campionato 1941-1942. Purtroppo, durante gli allenamenti estivi, Enrico è vittima di due brutti infortuni: uno al menisco e l’altro ai legamenti dello stesso ginocchio. La carriera si spezza ed il sogno nutrito fin da bambino è infranto da un destino crudele. Masi non si dà per vinto e tenta di tornare ai massimi livelli nazionali con la Centese, ma è costretto ad arrendersi.

IL MAESTRO MASI
Conclusa l’esperienza calcistica, Enrico si dedica all’insegnamento: nel Comune di Medicina ricordano ancora oggi il maestro elementare Masi. L’ex atleta affronta la vita con grande meticolosità e dal 1942 decide di allenare il Budrio e per quasi trent’anni guida la squadra maggiore – vincendo la Coppa Emilia nel 1950 ed il campionato di 1ª Categoria nel 1960-1961 – e poi si dedica al settore giovanile durante gli anni ’70. Numerosi ragazzi crescono grazie alla sua esperienza e non smettono di essergli riconoscenti per i consigli ricevuti.
L’impegno politico come assessore all’urbanistica (per due mandati) e consigliere comunale ribadiscono la volontà di Masi di incidere sulla realtà sociale che lo circonda. Dal 1973 al 1980 Enrico è presidente dell’ospedale di zona-Budrio. Nel corso del suo mandato, riesce a costruire ed inaugurare i reparti di terapia intensiva, pediatria e dialisi, distinguendosi per la capacità di prendere decisioni in modo risoluto. L’amore per la cultura lo porta a far parte della commissione teatrale del Consorziale di Budrio. La ricerca di luoghi ricchi di storia, conduce il grande calciatore alla ricerca di luoghi da visitare in Italia e all’estero. Raggiunta la pensione, Enrico inizia l’attività di guida turistica, lavorando assiduamente per un’agenzia di Bologna ed ottenendo frequenti attestati di stima per la scrupolosa preparazione che lo caratterizza.

In maniera inattesa, Masi muore il 6 novembre 1996. A distanza di quasi diciotto anni dalla scomparsa è giusto ricordare l’esistenza di un uomo importante per la storia sportiva e sociale del Comune di Budrio, ma che soprattutto, con il proprio esempio, offre a chiunque un motivo in più per non arrendersi davanti alle difficoltà della vita.

Ringrazio Vanna Masi, Maurizio Montanari, Fernando Pazzaglia ed Ezio Venturoli, Roberto Mazza

Leonardo Arrighi

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1 commento


  1. vittorio zerbini

    Ho incrociato Masi nel consiglio comunale di Budrio. Il pezzo poteva essere più esaustivo ed interessante se vi avessimo trovato per quale partito Masi è stato assessore e se vi avessimo trovato almeno un cenno della sua adesione alla RSI.

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