L’amore di Schiassi per Budrio durante la Prima Guerra Mondiale

20 maggio, 2015

Siamo ormai prossimi alle celebrazioni del 100esimo anniversario dall’ingresso dell’Italia nella Iª Guerra Mondiale. Il 24 maggio sarà inaugurata una mostra a cura di Maurizio Montanari, Fernando Pazzaglia, Alberto Cocchi e, proprio attraverso alcuni ritrovamenti motivati da questa esposizione, è riemerso un documento che racchiude i nomi delle persone che aiutarono con donazioni economiche le famiglie budriesi prostrate dal conflitto. Nel novero dei generosi compare anche Benedetto Schiassi, il medico e chirurgo mezzolarese di cui abbiamo parlato più volte, capace di offrire sostegno a numerosi concittadini, che proprio grazie alle somme di danaro da lui messe a disposizione riuscirono a ritrovare un barlume di speranza in una situazione drammatica.

L’AFFETTO PER BUDRIO
Benedetto Schiassi ha sempre avuto un grande affetto per Budrio. I quasi quarant’anni trascorsi come primario chirurgo dell’Ospedale Umberto e Margherita (oggi Casa Protetta “San Domenico”) basterebbero a definire il rapporto tra Benedetto e il suo Comune di nascita, ma questo legame è andato ben oltre. La professione di medico chirurgo è stata per Schiassi una autentica missione, incentrata sull’unicità di ogni essere umano. Il mezzolarese ha vissuto entrambi i conflitti mondiali, ribadendo la propria sensibilità.
Durante la Iª Guerra Mondiale Benedetto è stato il primario dell’Ospedale Maggiore di Bologna, impegnandosi anche nella preparazione di numerosi giovani medici, pronti a dare il loro contributo nelle strutture sanitarie allestite in prossimità dei luoghi di combattimento.
L’invenzione di apparecchi per la cura delle fratture (motivata dai gravi infortuni patiti dai soldati al fronte) e i tentativi di guarire il fratello Ettore (morto nel 1917) non hanno mai distolto l’attenzione di Schiassi rispetto ai problemi quotidiani del Comune di Budrio. Non può quindi stupire la presenza del nome di Benedetto nell’elenco dei donatori di somme di danaro per provvedere all’assistenza delle famiglie budriesi, private dei loro uomini a causa dell’arruolamento obbligatorio. La repentina mancanza della manodopera maschile mise in crisi l’Italia intera e Budrio non fece eccezione. Nella Relazione sull’opera svolta dal Comitato Esecutivo dall’inizio della guerra a tutto il mese di marzo 1916 (Bologna, Cooperativa Tipografica Azzoguidi, 1916), redatta dal Comitato di Assistenza Civile di Budrio, compare – accanto a molti altri – Benedetto Schiassi e la somma donata: segno evidente, ma taciuto dal protagonista, della bontà d’animo del medico mezzolarese, che non finisce di suscitare ammirazione in chiunque voglia studiarne l’esistenza.

Leonardo Arrighi

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