Il sindaco Pierini: “Ricandidarmi? Valuto se me lo chiederanno” [L’INTERVISTA – PRIMA PARTE]

1 settembre, 2015

Budrio Next ritorna online, dopo la pausa estiva, con la tradizionale intervista di inizio stagione al sindaco di Budrio Giulio Pierini. In questa prima parte (la seconda sarà online domani, mercoledì 2 settembre) abbiamo affrontato con il Primo Cittadino il tema della sicurezza in paese, il nuovo ruolo del cittadino nell’impegno del bene comune e il rapporto con le politiche nazionali del Presidente Renzi. Con una domanda su quella che potrebbe essere la scelta di ricandidarsi a guida del nostro paese.

Partiamo dalla sicurezza in paese, un tema che non sempre è stato messo al centro dei tuoi interventi pubblici, sebbene la cittadinanza sia sempre più vittima di furti ed episodi di microcriminalità. In molti, sui social network, hanno chiesto che venga valorizzato il ruolo del vigile urbano nella prevenzione e nel controllo del territorio. E che la sua attività sia diversa rispetto a quella – così definita in modo spesso inappropriato – di ‘sbriga scartoffie’. E’ possibile farlo e saresti d’accordo?
Nel quadro normativo in cui lavoriamo i permessi e le scartoffie sono senza dubbio attività necessarie. Con questo non sto dicendo che a Budrio i vigili urbani facciano solo quello, anzi, il lavoro in ufficio è la parte minoritaria del loro impiego. Sono impegnati, insieme all’Arma dei Carabinieri, sul territorio più che in altri Comuni. E per farlo abbiamo ridotto già da tempo il loro impegno nel controllo della viabilità e abbiamo alleggerito la loro attività di sanzionamento della sosta in centro, grazie agli ausiliari. Questo perché credo che occorra portare sempre più vigili urbani sulle strade, per controllare ed essere presenti in qualsiasi luogo in cui possano avvenire fatti malavitosi. Purtroppo la crisi economica ha portato all’intensificarsi di questi episodi e credo che utili siano stati gli incontri pubblici, organizzati dall’amministrazione con le forze di sicurezza del paese, per condividere con i cittadini preoccupazioni e strumenti di risposta a questo fenomeno.

In questi incontri hai chiaramente auspicato l’organizzazione dei cittadini per la sorveglianza del territorio. Sei ancora dell’avviso che questa possa essere la soluzione?
E’ una delle idee, ma occorre che ci sia la disponibilità dei cittadini del capoluogo e dalle singole frazioni, per l’organizzazione e la costituzione di coordinamenti. Prendo a esempio Castenaso, dove sono nati gli assistenti civici, debitamente formati dalla polizia municipale, con il solo scopo di fare segnalazioni su attività sospette. Questo è diverso dall’essere una ronda (così come sono generalmente conosciute, ndr) perché non devono far fronte all’intervento. Ma questo è solo uno degli strumenti che si può mettere in campo.

L’impressione è che, rispetto a un passato nemmeno troppo lontano, al cittadino siano sempre più richieste attività di gestione della cosa pubblica. L’esempio è, appunto, quello del controllo del territorio; ma a Budrio possiamo ricordare anche la gestione del porta a porta (che ha portato i budriesi a un severo impegno nella gestione dei rifiuti all’interno della loro abitazione) e l’attività di raccolta fondi per la didattica, del gruppo dei genitori delle scuole di Budrio. Sei d’accordo con questo nuovo ruolo del cittadino, che fa fronte ad attività prima gestite con fondi pubblici, dalle Istituzioni?
Non ho mai avuto la passione per una impostazione statalista, in cui le Istituzioni si fanno carico di organizzare tutto. C’è un pezzo della vita della nostra comunità che è da sempre caratterizzata da un protagonismo dei cittadini. E a Budrio c’è una minoranza importante, formata da associazioni e da organizzazioni, che si impegnano attivamente per il bene di tutta la comunità. E’ evidente che, su alcuni fronti, c’è stato il ritiro dell’attività pubblica: sia perché ci sono meno risorse, sia perché mancano gli strumenti organizzativi. Quando un Comune, come il nostro, in quindici anni ha dovuto fare a meno di una ventina di dipendenti è evidente che c’è un pezzo di attività che viene demandata esternamente, tramite appalto oppure svolta dai cittadini. Questa non è la sconfitta dello Stato, è la vittoria di un collettivo. Per questo propendo per questo tipo di visione. E’ ovvio che ci sono cose importanti e gravose che devono restare in capo all’organizzazione pubblica, come la sanità. Ma in alcune situazioni è possibile regolare l’intervento del privato, anche accreditato, nella gestione del servizio, dove il pubblico resta quello che detta le regole. Così si va verso una gestione più moderna, flessibile e veloce, capace di dare risposte al cittadino.

Parliamo del tuo partito. La consigliera dem Debora Badiali, in una intervista su Budrio Next, mostrò il suo scetticismo nei confronti della possibilità che Renzi potesse risolvere i problemi dell’Italia. In un paese come Budrio in cui il partito democratico è maggiormente e storicamente legato più alla corrente bersaniana, oggi minoritaria, come vivono gli iscritti la presenza di un segretario e presidente del consiglio come Renzi?
Teniamo presente un dato importante: alle ultime amministrative, nella provincia di Bologna, quel Presidente ha portato a eleggere tutti sindaci del Partito Democratico in tutti i comuni che andavano al voto. E per di più al primo turno. Credo che quando c’è un’onda favorevole debba essere cavalcata a pieno. Iscritti e simpatizzanti budriesi del partito lo sanno e, anche a fronte di temi che possono dividere, sono uniti e sereni nel confronto all’interno del partito. Il programma del PD resta, per tutte le anime che lo compongono, sempre lo stesso: stare al fianco dei più deboli, far crescere il Paese puntando sulle energie positive, svecchiarlo e sburocratizzarlo. Sul modo e gli strumenti con cui lo si fa ci sono delle idee diverse, ma l’importante che è l’obbiettivo sia comune. Siamo uniti, a Budrio come a Bologna.

A proposito di Bologna, Merola si ricandiderà alla presidenza della Città Metropolitana. Come valuti la sua scelta di puntare molto sul PD e poco sulle alleanze?
Le scelte vanno adattate alle singole realtà. In politica, intorno a noi, ci sono sempre meno partiti organizzati. Molti si raggruppano sul web, altri non si organizzano perché hanno un capo carismatico e quelli che prima erano organizzati oggi lo sono molto meno. Credo che le esperienze migliori di alleanza siano quelle in cui il PD è riuscito ad attrarre una forza alla sua sinistra e una o più forze che vengono dal mondo civico. E credo che questa sia una strada che si può percorrere e che a Bologna possa pagare. E’ ovvio che il PD da solo non è autosufficiente, non lo è mai stato. Ma è anche vero che la vera alleanza non è quella che si stringe tra i partiti, ma quella che si mette in campo con i cittadini.

Ti piacerebbe ricandidarti a Budrio alle prossime elezioni amministrative?
Il punto non è quello che piacerebbe a me, ma quello che serve a Budrio. Sicuramente sarei felice se il paese avesse un gruppo dirigente capace di guardare al futuro. Se mi ricandiderò dipenderà da quello che mi verrà chiesto dalla dirigenza e dai cittadini. Non credo, quindi, che sia una valutazione che spetti a me.

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12 Commenti


  1. Mi sembra più che positivo avere un pd unito, almeno a Budrio. Si vede che porta a qualcosa di concreto. Bene!

  2. Il v ero problema non è se lui si ricandida, ma se i Budriesi lo voteranno ancora. Ecco, in quel caso ci sarà veramente da preoccuparsi!

  3. Ero scettico, ma ho apprezzato il lavoro e la concretezza di questi anni, per cui avanti con fatti che guardano al futuro e non solo alla pancia.

  4. si può sempre migliorare, ma apprezzo l’impegno e il costante rapporto con i cittadini (risposte, metterci la faccia anche in situazioni non calmissime..)

    Buon “nuovo” anno e buon lavoro

  5. ….Se mi ricandiderò dipenderà da quello che mi verrà chiesto dalla dirigenza e dai cittadini.
    Se la richiesta deve venire dai cittadini, il sindaco può andare a casa anche subito. Non dimentichiamo che fu eletto con una manciata di voti in più rispetto all’altro candidato, ma nessuno ricorda che vi fu un astensionismo del 30% circa: ergo sindaco della minoranza.
    Prima di andarsene dovrebbe spiegare al Popolo perchè ha demolito la storica Stazione Radio di Marconi e poi non ha fatto (fortunatamente) i centro commerciale. A cosa è servito tale vilipendio alla cultura? Non era meglio decidere di fare il famigerato centro commerciale incamerando la stazione Radio a ricordo del Premio Nobel ?
    Attendiamo fiduciosi delle spiegazioni.

  6. Non sono mai stato tenero nei giudizi nei confronti di Pierini in questi 3 anni e passa del suo mandato,ciononostante oggi,sono dubbioso se assolverlo per non aver commesso nessun fatto(ha svolto con diligenza e spirito di partito la parte di “Terminator” dei progetti molto discutibili del predecessore) o condannarlo per non aver prodotto nessun fatto.Rimango con tutto ciò curioso, aldilà del carattere di difficile lettura,vorrei vederlo andare in bicicletta senza mani(Castelli).

  7. Sono d’accordo con Beppe. Purtroppo Pierini si è portato dietro il carico pensate dell’eredità Castelli da cui non poteva sottrarsi ed ha pagato in questi anni una discreta tassa di successione. Per non parlare dell’apparato dirigente all’interno del Comune – sempre eredità politica Castelli – a cui non ha potuto sottrarsi.
    Ricandidandosi ha la possibilità di cominciare da zero, , levandosi da addosso una notevole zavorra dirigenziale e proponendo idee che siano soltanto sue. Se sbaglierà, almeno, non sarà perchè ha dovuto coprire il suo predecessore e sottostare a decisioni già prese dal partitone. Sarei per dargli fiducia.

    • 🙂 “Purtroppo” ???? Allora ci siamo! Il che è deprimente, assai deprimente. Era meglio il “ci faccio”… molto meglio.
      Sig.ra Amelia, un Uomo non si da a chicchessia, e tanto meno ad un partito. Mai. Un Uomo.
      Ed il sig. Pierini, prima di questo mandato, ha passato 5 anni con il sig. Castelli dove, proprio in qualità di Assessore al Bilancio, sapeva benissimo che si stavan facendo passi molto più lunghi della gamba. Un Uomo si sarebbe dimesso allora. Non l’ha fatto e anzi, ha accettato di fare il “Terminator” (nel senso di colui che “finisce” le cose, perchè nei film – se non ricordo male – Terminator è il buono super-potente che distrugge i cattivi, cosa che siamo ben lungi dal rappresentare qui.).
      Sig.ra Amelia, il sig. Pierini non ha idee sue, lui si muove e fa per il partito. Non per nulla dice egli stesso: “Mi ricandido se me lo chiede il partito.” . Quel che vuole lui è ininfluente. Lui è una propagine operativa dell’Unimente (Toys Story TM).
      Non posso poi non chiederle di “sfogliare” a ritroso queste pagine per rinfrescarsi di tutte le occasioni dove questo signore s’è coperto d’ “onore” e dove ha dato lustro alla sua figura.
      Io non so che valori abbia lei, ma a me, uno che che va a pulire la palestra da un atto vandalico con la mano destra e tiene ferma la mano sinistra che invece muovendosi dovrebbe dare voce alla Democrazia, fa un po’….
      Cmq si, se vuole altri 5 anni di ipocrisia, nel 2017 torni a votare PD.

      • Signora Amelia, guardi che Pierini sapeva benissimo della tassa di successione da pagare (ha trovato la giusta definizione) .
        Se ha rinunciato a se stesso per pagare questa tassa, non merita la fiducia che Lei auspica concedendogli di partire da zero.

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