Un arrivo e un ritorno: ecco i nuovi parroci di San Lorenzo. Domenica il vescovo Zuppi a Budrio

1 dicembre, 2016

sanlorenzobenvenuti2Il 4 dicembre 2016, alle ore 18, il vescovo di Bologna Matteo Zuppi ufficializzerà la nomina di padre Antonio Bai come nuovo parroco della chiesa di San Lorenzo.
All’interno della chiesa parrocchiale budriese verrà celebrata la messa di investitura di padre Antonio, che sarà affiancato da padre Sergio Sassatelli: alla sua terza esperienza a Budrio. I due nuovi punti di riferimento della comunità religiosa budriese sono pronti ai nuovi incarichi, consapevoli della lunga storia – ben 610 anni – che lega l’Ordine dei Servi di Maria a Budrio.

PADRE ANTONIO BAI: L’ARRIVO A BUDRIO
Dalle parole e dallo sguardo di padre Antonio Bai emerge un grande entusiasmo per il nuovo incarico, accolto però con cautela e soggezione, dovute alla parziale conoscenza della comunità budriese. A tranquillizzarlo ci pensa però padre Sergio, forte delle sue precedenti esperienze a Budrio. Il rapporto tra i due Servi di Maria lascia presagire una stretta collaborazione per i prossimi anni.
Antonio Bai nasce a Castel di Casio (Bologna) il 20 febbraio 1949. Dopo aver frequentato le scuole elementari a pochi chilometri da casa, sceglie di portare a termine le medie tra i Collegi di Ronzano e Montefano. Antonio conduce gli studi liceali a Firenze e poi segue i corsi di teologia al Sacro Cuore di Ancona, dove riceve – da mons. Bernardino Pincelli – gli ordini sacerdotali il 26 dicembre 1975.
Inizia a svolgere il suo ministero nello stesso luogo poi, dopo un anno, si trasferisce a Campocavallo (Osimo), dove rimane per 8 anni. In seguito si stabilisce, per ben 17 anni, all’Istituto San Pellegrino di Misano Adriatico. Nel 2000 torna al Collegio di Ronzano e successivamente si sposta in Toscana: a Pavana, a Marina di Massa ed infine ad Avaglio. Dopo aver celebrato, nel 2015 il suo 40esimo anno di sacerdozio, padre Antonio Bai è giunto a Budrio all’inizio del mese di novembre (2016). L’incarico come nuovo parroco di San Lorenzo, che verrà ufficializzato nei prossimi giorni, è già assegnato da alcune settimane e quindi, oltre alle attività svolte all’interno della chiesa, padre Antonio si prepara ad andare presto tra le persone della sua nuova comunità.

LA TERZA VOLTA DI PADRE SERGIO
Per padre Sergio Sassatelli è doveroso parlare di ritorno, visto che nel corso dei suoi 50 anni di sacerdozio – celebrati a marzo nella parrocchia di Santa Maria dei Servi di Genova – è già stato a Budrio in due occasioni, rimanendovi per 14 anni. Sergio si appresta a vivere la terza esperienza nella parrocchia di San Lorenzo, luogo dove, non dimentica mai di sostenere, «ho trascorso gli anni più entusiasmanti della mia vita».
Sassatelli nasce il 10 aprile 1939 a Montefiorino (Modena). Dopo le scuole elementari frequentata nel paese natale, Sergio entra nel Collegio dei Servi di Maria di Ronzano, dove porta a termine le scuole medie. Il giovane di Montefiorino si trasferisce poi al Collegio di Udine, dove conclude gli studi liceali. A Monte Berico (Vincenza) segue i corsi di teologia e il 26 marzo 1966 riceve gli ordini sacerdotali, diventando frate dell’Ordine dei Servi di Maria. Da quel momento comincia a svolgere il proprio ministero in varie località: al Santuario del Sacro Cuore di Ancona, all’Ospedale Morgagni di Forlì, al Santuario della Ghiara di Reggio Emilia, al Santuario Campocavallo di Osimo (Ancona).
Nel 1986 padre Sergio giunge per la prima volta nella parrocchia di San Lorenzo, dove rimane fino al 1997. Dopo tre anni trascorsi nuovamente alla Ghiara, ecco il ritorno di Sassatelli, che fino al 2003 esercita il proprio ministero a Budrio. Avviene poi il trasferimento alla parrocchia di Santa Maria dei Servi di Genova, dove padre Sergio resta fino a poche settimane fa, celebrando (il 10 aprile 2016) il suo 50esimo anno di sacerdozio. Il 27 ottobre 2016 si verifica il ritorno ufficiale a San Lorenzo, dove ritrova: «una comunità vivace e un gruppo di ragazzi davvero straorninario». L’affetto per Budrio è legato anche alla storia, che affiora da ogni singola pietra della chiesa di San Lorenzo e dalle numerose chiese sussidiarie della parrocchia. Nelle precedenti esperienze a Budrio, padre Sergio ha studiato con grande passione il lunghissimo rapporto tra i Servi di Maria e San Lorenzo, da 610 anni un binomio inscindibile.

I SERVI DI MARIA A BUDRIO
All’inizio del ‘400 la chiesa di San Lorenzo versa in un grave stato di abbandono. Il Consiglio della Comunità (istituzione civile) decide di opporsi, decidendo di affidare la chiesa all’Ordine dei Servi di Maria, nato nel 1233 a Firenze e, da oltre un secolo, esempio di profonda dedizione religiosa. Nel 1406 il Consiglio stipula dei patti con il padre Generale dei Servi di Maria, impegnandosi a fornire dei “benefici”, che avrebbero permesso il mantenimento dei quattro sacerdoti, pronti a reggere San Lorenzo. Il 2 luglio 1406 giunge, attraverso una Bolla, l’approvazione di papa Innocenzo VII e alla fine del mese di settembre i Servi di Maria giungono a San Lorenzo. I nuovi religiosi cominciano un’attività senza sosta, che porta alla completa funzionalità della chiesa. I padri serviti somministrano anche il battesimo, costretti però a prendere l’acqua benedetta dalla chiesa dei Santi Gervasio e Protasio della Pieve. I rapporti con quest’ultimo non saranno semplici, almeno fino al 1662: quando i padri di San Lorenzo acquisiranno il diritto a benedire la propria acqua, ottenendo allo stesso tempo altre importanti autonomie.
I Servi di Maria diventano parte integrante della comunità budriese: le opere di carità e le continue iniziative a scopo umanitario definiscono la costanza di un impegno sociale insostituibile. La nascita di numerose confraternite a Budrio è connessa al loro operato, riconosciuto in maniera indiscutibile dalla decisione dei budriesi di firmare, il 25 aprile 1531, l’atto di fondazione del Monte di Pietà davanti all’altare maggiore di San Lorenzo, sotto la supervisione del priore della chiesa stessa.
Quando nel 1556, le due Comunità di Budrio Dentro e Budrio Fuori decidono di dare vita alla prima Scuola Pubblica di Budrio, si affidano ai serviti, a cui viene delegato l’insegnamento, che terranno fino al periodo napoleonico. Nei secoli non sono mancati i motivi di scontro tra le autorità religiose e quelle civili, che nonostante alcune controversie sono sempre rimaste legate ai Servi di Maria. Quando nel 1811 – a seguito dell’emanazione dei decreti, emanati da Napoleone, di soppressione degli ordini religiosi – i frati devono lasciare la chiesa, il malcontento comincia a serpeggiare tra i cittadini, che decidono di firmare una lettera in cui chiedono, dopo la Restaurazione, a gran voce il ritorno dei precedenti abitanti di San Lorenzo. Soltanto il 19 gennaio 1843 il desiderio sarà esaudito. I Servi di Maria abbandoneranno la parrocchia budriese per un paio d’anni in occasione dei moti insurrezionali del 1848.
Nel corso del 2016, in particolare il 4 dicembre, il rapporto con Budrio si rinnova, dando vita ad un passaggio di consegne nel solco della tradizione.

Leonardo Arrighi

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9 Commenti


  1. Michela Montanari

    Sono veramente felice del ritorno di padre Sergio. Mi e’ mancato molto in questi anni. Il suo allontanamento improvviso e’ stata una pugnalata alle spalle per molti. Ora ha finalmente avuto “giustizia”. Bentornato Sergio! E benvenuto a padre Antonio!

  2. Bella notizia incastonata in un interessantissimo articolo del sempre bravo Leonardo Arrighi.
    Una sola nota stonata: non era forse il caso che i due frati si vestissero da tali, trattandosi di una presentazione ufficiale alla città di Budrio?

    • Le devo far sapere una cosa: il Medioevo è finito. E anche il secondo millennio. Ben vengano maglioncini e pantaloni comodi a costine di velluto. Uomini tra gli uomini.

      • La ringrazio gentile Ileana di avermi fatto partecipe della Sua dotta cultura. Ho fatto un nodo al fazzoletto, così mi ricorderò che viviamo nel terzo millennio. Debbo però a mia volta informarLa che anche i medici ed i carabinieri, ad esempio, sono uomini tra gli uoimini, ma indossano camici gli uni e divise gli altri: solo per motivi pratici ed essere facilmente riconosciuti.
        Buon proseguimento

        • Allora se ne faccia due di nodi perchè sto per elargire un’altra perla: come dice sotto Roberta, l’abito non fa il monaco. Meno tonache e incenso, più pantaloni e accoglienza. Ci sono medici in uniforme che ammazzano, forze dell’ordine in divisa che picchiano, preti in tonaca che respingono. Fino a che ci saranno persone che giudicano le altre solo dalle apparenze (gli abiti) vivremo nell’oscurantismo più totale. Benvenuti Antonio e Sergio, vi vogliamo già bene.

      • Bravissima, il medioevo è finito…poi lo dice anche il vecchio proverbio…l’abito non fa il monaco!! poi devo dire che la tonaca dei Servi di Maria così nera, è proprio lugubre!!!

  3. Senza nulla togliere alle due figure di padri che oggi si sono insediati nella Parrocchia di San Lorenzo mi dispiace che il Vescovo non abbia potuto “fare di più” vuoi per il legame con l’ordine dei Servi di Maria vuoi per la mancanza di sacerdoti, ma io aspettavo un parroco diocesano molto più ” sul territorio” dei frati e molto più aperto di quanto lo siano storicamente i frati alla pastorale integrata così ormai necessaria. Vediamo..

  4. questo commento era riferito a Ileana Monti…a te Roberta dico che conoscendo bene fra Antonio Bai, frate aperto ed entusiasta, dove è stato l’hanno poi sempre rimpianto, così farete anche voi quando capiterà..! (i Servi di Maria hanno come regola di ruotare..)

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