Ci lascia Giorgio Roda, sindaco di Budrio dal 1970 al 1980

20 marzo, 2017

GIORGIORODA2Domenica 19 marzo alle 5 di mattina è morto Giorgio Roda (foto), Sindaco di Budrio dal 1970 al 1980. I tratti distintivi del due volte Primo Cittadino, al di là delle conquiste amministrative, sono stati: la capacità di comprendere le reali necessità dei cittadini, in gran parte ancora legati al mondo agricolo; la lucidità nel saper valutare le persone, lasciando la giusta libertà d’azione a chi lo ha affiancato nella sua vicenda politica; il rispetto della moralità pubblica, declinato attraverso una fede profonda nei confronti della legalità.
Martedì 21 marzo, dalle ore 8,30 alle 10, sarà possibile portare un ultimo saluto al Sindaco nella camera mortuaria dell’Ospedale Civile di Medicina, Comune in cui risiedeva dal oltre cinquant’anni.

L’ULTIMA VOLTA
Sabato 17 dicembre 2016 Giorgio Roda era a Budrio per partecipare al funerale dell’amico Bruno Faustini, suo predecessore alla guida del Comune. Nessuno poteva immaginare che quella sarebbe stata l’ultima presenza nell’amata Budrio. Dopo pochi giorni, a causa di inattese complicazioni postoperatorie, è iniziato un calvario durato tre mesi.
Questi lutti, così ravvicinati, sottraggono alla storia budriese due assoluti protagonisti, ai vertici dell’Amministrazione Comunale per ventiquattr’anni consecutivi. Con Giorgio Roda se ne va un modo di fare politica oggi in via di estinzione. Il contatto diretto con i cittadini, senza filtri e senza maschere, l’autentica condivisione dei problemi, vissuti in prima persona, e l’innata capacità di rassicurare chiunque lo fermasse per strada oppure entrasse nel suo ufficio: sempre aperto.
Roda è stato davvero un Sindaco popolare, nel senso pieno del termine, cioè in grado di pensare prima alle persone in difficoltà, condividendone i pensieri, ascoltandone i problemi e trovando soluzioni con umiltà e buon senso, quello dettato dal forte legame con le proprie origini e dalla convinzione di dover amministrare come un assennato padre di famiglia.

GIORGIO DIVENTA SINDACO
Roda nasce a Mezzolara, il 2 luglio 1936, in una famiglia socialista e tradizionalmente legata al mondo agricolo. Il padre Michele svolge il ruolo di collocatore dei braccianti e trasmette al figlio la passione per la politica e la sensibilità verso i diritti dei lavoratori. Giorgio segue le orme paterne, diventando – sin da giovane – sindacalista, nell’ambito della CGIL, dei mezzadri di Budrio. Gli insegnamenti appresi in famiglia e l’esperienza come sindacalista ne formano la personalità, priva di fronzoli e ben provvista di senso pratico. I formalismi e le divagazioni sono distanti da Giorgio, che attorno alla metà degli anni ’60 entra a far parte del Partito Socialista budriese.
La situazione politica locale attraversa un momento di instabilità, che porta alla nascita del Centro Sinistra – dal 1967 all’inizio del 1970 – e poi ad un semestre guidato da una Giunta interamente socialista. Alle elezioni del giugno 1970 l’alleanza tra PSI e PCI ritrova vigore e, dopo il passaggio dalle urne, il Consiglio Comunale elegge come nuovo Sindaco Giorgio Roda, ritenuto il più adatto a condurre l’Amministrazione budriese verso una serie di cambiamenti epocali, da innestare su un tessuto sociale ancora profondamente connesso all’agricoltura e ad una serie di esigenze improrogabili. Roda riesce a porsi all’intersezione e a creare una saldatura tra le varie anime della popolazione budriese.
Tra i primi risultati raggiunti: l’elettrificazione rurale e l’allargamento alla campagna della rete idrica comunale incarnano a pieno la sensibilità del nuovo Sindaco, affiancato da assessori – Benetti, Tomesani, Lodi, Tedeschi, Melloni e Cesari – intraprendenti e preparati. Giorgio riesce a valorizzare le qualità degli altri membri della Giunta, instaurando rapporti di collaborazione leali e improntati alla ricerca dei migliori risultati, da ottenere per la comunità.

UN DECENNIO ALLA GUIDA DI BUDRIO
Nel corso degli anni ’70 il Comune diventa sempre più protagonista nell’ambito dei servizi di assistenza. L’abolizione, a livello nazionale, dei patronati scolastici e dell’ECA (Ente Comunale di Assistenza) assegnano maggiori responsabilità all’Amministrazione Comunale, che avvia una serrata modernizzazione dei servizi, che acquistano una notevole operatività.
La gestione dell’acquedotto diventa sempre più capillare, la manutenzione urbana, in particolare quella stradale, risente di un nuovo dinamismo.
La chiusura delle pluriclassi e l’accentramento (in cinque sedi) dei luoghi di istruzione, caratterizzati da monoclassi, consente a tutti i bambini di avere accesso alla conoscenza in maniera democratica.
Nel 1975 Giorgio Roda viene eletto nuovamente Sindaco, avendo così la possibilità di portare a termine il suo percorso amministrativo. Nel corso del decennio (dal 1970 al 1980) vengono inaugurate numerose scuole materne e il Liceo Scientifico. La pianificazione territoriale budriese riesce a raccordare tutte le varie realtà urbane del Comune.
La zona industriale si popola di aziende e di nuove strade, intitolate ai Grandi della storia di Budrio. Ancora oggi, le importanti attività imprenditoriali budriesi si fanno onore in tutto il mondo, accostando al proprio nome quello delle strade in cui sono collocate le loro sedi, difendendo ed esaltando così la loro origine.
Le stagioni del Teatro Consorziale diventano sempre più ricche di interpreti e musicisti, provenienti molto spesso dal Teatro Comunale di Bologna, che negli anni ’70 instaura un rapporto costante con Budrio.
Nel 1980 Roda conclude la sua esperienza alla guida dell’Amministrazione Comunale. Negli anni successivi il mezzolarese, trasferitosi già dagli anni ’60 a Medicina, torna ad occuparsi di agricoltura, questa volta nell’ambito del Consorzio Nazionale Bieticoltori. Giorgio non dimentica certo Budrio, in cui è spesso presente, mantenendo forti legami di amicizia con molti budriesi, soprattutto con i compagni di attività politica e di vita.

Leonardo Arrighi

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1 commento


  1. Sono stato a fianco di Giorgio Roda per tutti i dieci anni di Sindaco di Budrio come Assessore prima e Vice-Sindaco dal giugno del 1973, apprezzandone la modestia, la semplicità, il rispetto per le posizioni politiche altrui e la profonda onestà.
    Venerdì scorso lo avevo visitato all’ospedale di Imola verificando di persona lo stato di sofferenza di Giorgio, pur presente e attento al breve discorso che gli rivolgevo.
    Quando lo ho lasciato mi ha salutato con un lieve cenno della mano e un accenno di un sorriso; non potevo immaginare che la situazione potesse così rapidamente precipitare.
    Rimane questo l’ultimo dei tanti ricordi dell’amico Giorgio Roda.
    Sentite condoglianze alla famiglia e un abbraccio a Giorgio.

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