Budrio, nel “primo” comune del bolognese sono 4 i registranti di un testamento biologico

22 marzo, 2017

quattrodat2Negli ultimi mesi, a livello nazionale, si è tornato a parlare dell’introduzione del testamento biologico, dopo il clamore suscitato dalla vicenda di Dj Fabo. Non molti sanno che Budrio, nel 2010, è stato il primo comune nella provincia di Bologna (capoluogo incluso) a introdurre il registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT), una sorta proprio di testamento biologico comunale. In 6 anni, però, sono state solo 4 le persone che hanno depositato le proprie volontà. Ecco come fare per registrarsi.

IL DIRITTO DI SCEGLIERE
La Dichiarazione Anticipata di Trattamento (DAT) definita anche testamento biologico, è l’espressione della volontà di una persona resa in condizioni di capacità mentale, a proposito delle terapie che intende o non intende accettare nel caso in cui dovesse trovarsi in condizioni tali da non poter esprimere il proprio consenso o dissenso in merito alle stesse. Da quando nel 2010 è stato introdotto nel nostro Comune, sono solo 4 le persone che si sono registrate. Un numero sicuramente esiguo che però non deve intaccare la buona sostanza di un provvedimento volto a garantire un diritto. Nessuno infatti metterebbe in dubbio l’opportunità, per esempio, di godere della possibilità di redigere il testamento olografo (quello scritto a mano dal testatore) solo perché se ne avvale una minoranza stretta di persone. Sicuramente, quando e se il Parlamento deciderà di portare a traguardo una normativa nazionale, allora sarà più facile considerare il valore di un testamento biologico comunale e avere fiducia in questo strumento.

CHI VUOLE REGISTRARSI: QUAL E’ IL PERCORSO
Possono registrarsi tutti i residenti del Comune di Budrio che abbiano compiuto 18 anni. La persona che lo redige nomina uno o più fiduciari che divengono, nel caso in cui la persona diventi incapace di comunicare consapevolmente con i medici, il/i soggetto/i chiamato/i a dare fedele esecuzione alla volontà della stessa per ciò che concerne le decisioni riguardanti i trattamenti sanitari da eseguire. Viene data la possibilità al dichiarante di depositare, in busta chiusa, presso l’ufficio comunale competente, copia della Dichiarazione Anticipata di Trattamento (DAT). In alternativa si può dichiarare di averla depositata anche, o esclusivamente, presso notaio e/o altro depositario fiduciario. Il dichiarante può sempre richiedere la cancellazione dal registro, ritirando la dichiarazione come anche i fiduciari possono rinunciare all’incarico con dichiarazione controfirmata dal dichiarante.
L’iscrizione nel Registro delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) garantisce la certezza della data di presentazione e la fonte di provenienza.
Il fiduciario o i fiduciari sono nominati dal Dichiarante e sono i soggetti di fiducia dello stesso che avranno il compito di intervenire per far valere la volontà del dichiarante, in caso di sua incapacità, diventando i soggetti chiamati ad intervenire sulle decisioni riguardanti i trattamenti sanitari stessi.
Il funzionario incaricato al ricevimento delle richieste di iscrizione nel registro e della conservazione delle buste se depositate non conosce il contenuto della dichiarazione. Il venir meno della situazione di residenza nel Comune non comporta la cancellazione dal registro e il dichiarante può revocare o modificare in qualunque momento la dichiarazione anticipata di trattamento (DAT) recandosi presso l’ufficio comunale. Il servizio è totalmente gratuito e viene svolto presso i Servizi Demografici – Ufficio di Stato Civile: si può chiedere di fissare un appuntamento telefonando al numero 051/6928236 oppure al numero 051/6928235 o inviando una e-mail all’indirizzo demografici@comune.budrio.bo.it.

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10 Commenti


  1. 4 in 6 anni? Il popolo non considera l’argomento come una priorità. Ne tengano conto i governanti di oggi e quelli di domani

  2. Forse non sarà importante per lei ma per molti che non sapevano lo è.

    • Andrea Bonfiglioli

      ma va la che lo sanno e lo sapevano tutti. La verità è che parlando d’altro si evita di parlare d’altro.

      • Grazie per la “massima” nonsense ma mi creda che no, non è vero che lo sanno tutti. Io per primo lo scopro adesso e andrò a breve a registrarmi. Prima di dare per appurata una realtà bisognerebbe forse riflettere sul fatto che non tutti hanno il tempo libero per essere sempre informati su tutto (o per commentare ogni notizia…)

  3. Dal notiziario comunale di Novembre 2010, articolo ” Istituito a Budrio il testamento biologico” : “… Il Consiglio si è reso interprete delle esigenze di molti cittadini, dando risposta a quanti se ne vorranno avvalere”. L’articolo occupava una pagina intera del notiziario comunale. Chissà dove sono finiti quei “molti cittadini”. Quattro persone registrate in sei anni (quasi sette) sono un bel fallimento. Io la vedo un po’ come il sindaco di Castenaso, quando afferma che è ora di occuparsi dei problemi delle moltitudini e non di questioni ad alto contenuto simbolico ma a irrilevante contenuto pratico.

    • Andrea Bonfiglioli

      quello che ha appena scritto Giulio Madaro è la miglior risposta a Marco che ha risposto sopra al mio messaggio.
      Non solo tutti i cittadini di Budrio hanno avuto l’avviso a casa col notiziario mensile, ma addirittura sul Carlino ci fu un bello spazio sull’argomento, ergo non si può dire che i cittadini non erano stati informati.

      Ribadisco: parlare d’altro serve per non parlare D’ALTRO (così è più chiaro Marco?)

      • Caro Andrea, noto una grandissima ipocrisia nelle parole che dovrebbero essere la degna risposta a me. “Occuparsi dei problemi delle motitudini” cosa vuole poi dire, alla fine? Le istituzioni dovrebbero occuparsi sia delle moltitudini che del singolo cittadino…e il testamento biologico è una cosa intima, privata e singola all’ennesima potenza, e come tale era prevedibile che non avesse un impulso così numericamente importante. Ma provate a riflettere su una cosa…magari quelle 4 persone sono direttamente interessate a questa cosa per problemi di salute. Ora venite a dirmi che non è stata, per loro, una cosa importante. Venite a dirmi che voi potete arrogarvi il diritto di giudicare un “fallimento” relegando la cosa a meno importante di altre dall’alto della vostra (spero davvero con tutto il cuore) buona salute. Non nota anche lei una grande ipocrisia? “Visto che a me non interessa e sono andati in pochi abbandoniamo tutto e pensiamo ad altro”.
        Le vostre convinzioni non sono più importanti e moralmente più alte di quelle di un singolo individuo qualsiasi. Ben vengano queste iniziative, servissero anche solo a 5-6 perosne per volta, e soprattutto mi chiedo…se anche il numero è esiguo, questa iniziativa a voi, alla fine, cosa vi toglie?

        Forse, Andrea, voler parlare d’altro serve soprattutto a chi vuole parlare per forza d’altro.

        • Solo una breve replica, Marco. Il fallimento dell’iniziativa non l’ho stabilito io, ma i “numeri” di coloro che hanno aderito, rapportati alla pretestuosa affermazione del Comune quando scrisse che ” il Consiglio si è reso interprete delle esigenze di molti cittadini”. Occuparsi delle “moltitudini” significa, dal mio punto di vista, risolvere problemi che riguardano la maggior parte delle persone : dalla sicurezza alle tariffe di asili e refezione scolastica, dalla manutenzione delle strade a quella degli immobili. La differenza, lo sa anche Lei, è che provvedere ai bisogni delle moltitudini costa soldi, mentre prendere altri tipi di provvedimenti (in termini di diritti umani, siano essi pratici, come il testamento biologico, oppure simbolici, come la cittadinanza italiana a chi cittadino italiano non puo’ ancora essere) è quasi gratis. Credo poi che Lei mi abbia frainteso : io sono convinto quanto Lei che per quelle 4 persone, magari, possa essersi trattato di un provvedimento prezioso, o che magari lo possa essere in futuro per altri. Però spero converrà che, da come il tema viene posto da più parti, si ricava una percezione di un fenomeno di larga portata, mentre poi quando si arriva al momento di metterlo in pratica si capisce che “le esigenze di molti cittadini” diventano quelle di pochissimi.

          • Caro Sig.Madaro a mio avviso il Sig. Marco ha espresso un suo parere in merito al tema del testamento biologico, condividendo, evidentemente, l’iniziativa del comune. Il suo commento , invece, ha spaziato su argomenti che il Sig. Marco non ha nemmeno sfiorato. Pertanto la invito a discutere della bontà o meno della proposta relativa al testamento biologico.

          • Capisco perfettamente il suo punto di vista, nulla da eccepire, rimango però basito sul fatto che un’iniziativa di questo tipo possa venire giudicata “un fallimento o un successo” in base a meri numeri. Come giustamente dice lei stesso sono iniziative non costose che non pesano sulla cittadinzna se non in una minima e impercettibile parte, quindi a mio avviso – e partendo anche dalla mia concezione di questo tema…intimo e privato – non riesco a vedere nell’iniziativa un fallimento ma un’oportunità che viene data ai cittadini che ne vogliano usufruire, sia per soddisfazione personale che per tranquillità verso il futuro. Personalmente, mi permetta di poterlo dire, non mi piace il disfattismo e soprattutto non mi piace il continuo lamentarsi che la popolazione di questo paese ha preso come marchio di fabbrica. Questa è un’opportunità che non ci costa nulla, che abbiamo la possibilità di utilizzare come e quando vogliamo senza ledere a nessun altro…perché allora dobbiamo derubricarla a fallimento solo perché moltitudini di persone non sono accorse a registrarsi? LE cose non sono sempre valutabili, e soprattutto…quando ci viene data un’opportunità non dovremmo affossarla solo perché non ci interessa o perché “il problema è ben altro”, altra tipica frase italiana di questo periodo.

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