La storia delle scuole elementari di Budrio [Secondo capitolo]

23 maggio, 2017

scuolecomunali2Prosegue il viaggio attraverso la storia dell’istruzione budriese. Dopo la prima parte – incentrata sulle origini e sul periodo che dal ‘500 arriva fino alla fine dell’800 – è il momento del secondo capitolo, riservato alle scuole elementari del Comune di Budrio. La costruzione di ogni edificio scolastico ha rappresentato una tappa decisiva nell’evoluzione sociale: tutte le frazioni hanno visto sorgere delle strutture, in gran parte ancora presenti, dedicate all’istruzione e diventate nel tempo luoghi di aggregazione.
Nei prossimi giorni verrà pubblicato il terzo articolo di questo ciclo: sarà l’occasione per parlare delle scuole medie e superiori, protagoniste di altre vicende storiche tutte da riscoprire.

QUANTE SCUOLE NELLE FRAZIONI
Prima di riflettere sulla nascita dell’edificio scolastico budriese di via Muratori, di cui si è scritto in alcune occasioni, è giusto dare spazio alle frazioni e alle loro storie.
La costruzione della struttura liberty di Budrio coincide con una vera conquista, figlia della tenacia degli esponenti delle amministrazioni socialiste, che tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 hanno sempre posto l’istruzione come priorità inderogabile.
Il 24 giungo 1902 – nella stessa seduta consigliare in cui è discusso il progetto della scuola di Budrio – nasce l’idea di costruire un edificio scolastico a Maddalena di Cazzano, che a partire dal 1905 sarà la prima frazione budriese ad essere dotata di una struttura nata con finalità formative. Si deve arrivare al 1911 per sentir parlare di edilizia scolastica: è il momento dell’imponente progetto per Mezzolara e dell’acquisto del terreno per costruire quella di Dugliolo. Due anni dopo – nel 1913 – a Mezzolara sorge il fabbricato che oggi, oltre alle elementari, ospita l’asilo: il volto del centro della più popolosa frazione budriese si arricchisce di una struttura enorme e divenuta – in più di cento anni – un punto di riferimento per l’intera comunità. Dugliolo dovrà attendere la conclusione della Iª Guerra Mondiale per vedere ultimata la sua scuola. Fino al 1919 i bambini dugliolesi frequenteranno le elementari a Mezzolara oppure, in base alla loro collocazione geografica, ai Casoni: dove dalla fine dell’800 risultano attive alcune classi.
La nascita degli edifici scolastici è parte integrante di un progetto politico teso alla realizzazione di opere pubbliche, capaci di migliorare le condizioni sociali degli abitanti. La costruzione dei fabbricati – affidata quasi sempre alla Società Anonima Cooperativa fra gli Operai del Mandamento di Budrio – diventa l’occasione per dare lavoro a molti budriesi, in grado di provvedere alla sopravvivenza delle loro famiglie.
Nel I° Dopoguerra sorge la scuola di Prunaro e contemporaneamente quella di Vigorso, oggi purtroppo scomparsa. Trascorreranno parecchi decenni prima di ritrovare un forte slancio verso la creazione di luoghi dedicati all’istruzione: tra il 1951 e il 1960 vengono costruiti gli edifici scolastici di Riccardina – attualmente in totale abbandono –, di Cento, di Armarolo, di Bagnarola e di Vedrana.
Avvicinandoci poi a Budrio, bisogna ricordare le scuole presenti (dal II° Dopoguerra) nella località La Guardata e quelle della Martella (in via Cantarana). In quest’ultimo caso, le scuole elementari hanno cambiato ben tre diverse collocazioni: la prima in un edificio attiguo al Palazzo della Martella dei marchesi Amorini, la seconda nel Palazzo stesso e la terza coincide con l’attuale asilo, posto all’interno di un edificio costruito alla fine degli anni ’50, proprio per accogliere i numerosi bambini della località.

 

BUDRIO ALLA RICERCA DELLA PROPRIA SCUOLA
La scuola che oggi viene definita elementare nasce sostanzialmente all’inizio del diciottesimo secolo, quando si verificano alcune differenziazioni nell’ambito del percorso scolastico avviato nel 1500. Un aspetto, non certo secondario, legato alla storia dell’istruzione è quello che fa riferimento ai luoghi in cui gli insegnamenti vengono impartiti. Nel corso del tempo, la scuola ha avuto molte ubicazioni: le canoniche o altri locali improvvisati hanno contraddistinto i primi secoli. L’inadeguatezza e l’insalubrità, accompagnate anche a norme igieniche poco restrittive, sono state le scomode compagne degli scolari per secoli interi. Nel corso del 1800 si tenta di migliorare la salubrità dei locali scolastici, mutandone le ubicazioni: nel 1826 le condizioni igieniche appaiono drammatiche e si procede così ad uno spostamento in un luogo più consono. Nel 1833 si assiste ad un’altra peregrinazione e pochi anni più tardi la scuola trova ospitalità all’interno del Palazzo Boriani Dalla Noce, dove resterà fino al 1904, quando sarà inaugurato l’edificio tutt’ora utilizzato.
La costruzione del palazzo delle scuole posto in viale Muratori rappresenta una conquista fondamentale per la comunità budriese. La nascita di una delle più importanti opere pubbliche del territorio bolognese, per quanto riguarda la diffusione del sapere, è il risultato di un percorso denso di difficoltà. Alla fine del 1800 gli abitanti di Budrio sono poco più di 17000. La maggior parte dei budriesi trae il proprio sostentamento dell’agricoltura: il territorio è in gran parte coltivato a risaia. I numerosissimi braccianti vivono spesso in condizioni economiche quasi insostenibili. Gli ultimi due decenni dell’800 fanno registrare la nascita di strutture associative a carattere popolare, che iniziano a dare voce alle necessità del lavoratori: determinati nel far valere i propri diritti. A Budrio si verificano frequenti lotte agrarie, l’associazionismo popolare di ispirazione socio-politica, economica e culturale si diffonde, lasciando emergere le nuove idee socialiste. Uno dei problemi più diffusi riguarda il diffuso analfabetismo, che dialoga purtroppo a stretto contatto con l’arretratezza della scuola. Nel 1889 si verifica la riforma delle amministrazioni locali, che porta con sé un nuovo metodo di elezione del sindaco per i comuni con oltre 10000 abitanti: il primo cittadino non viene più nominato dal Re, ma è designato dai membri del Consiglio Comunale. L’anno successivo, anche grazie alla riforma, il socialista Silvio Monari (veterinario) diventa il primo sindaco elettivo di Budrio. Questa amministrazione si pone come obiettivo la realizzazione di un nuovo fabbricato per ospitare le scuole budriesi. Già nel 1891 si tenta di studiarne la corretta collocazione ma a causa di assurdi iter burocratici, a cui si somma la difficoltà nel reperimento delle risorse economiche necessarie alla realizzazione del progetto, l’idea viene momentaneamente accantonata. Nel 1892 Silvio Monari è seguito alla guida del Comune da Augusto Siccardi, medico socialista che resterà in carica fino al 1894. Nello stesso anno il Regno d’Italia adotta delle misure repressive rivolte alle associazioni ed in particolare ai militanti socialisti. La tensione di quel periodo rallenta la spinta innovatrice, ma non riesce certo ad annullarla.

FINALMENTE TUTTI A SCUOLA
Gli ultimissimi anni del 1800 sono contraddistinti dall’alternanza di sei diverse giunte e quattro sindaci (dal 1898 al 1900). L’impossibilità di giungere a delle decisioni risolute e fondamentali per la vita del Comune porta al regio commissariamento. Il 30 ottobre 1900 si giunge finalmente ad una fase di stabilità con la conquista della maggioranza da parte della compagine socialista guidata dal sindaco Demetrio Monari (fratello di Silvio). La nuova amministrazione indirizza parte delle proprie energie verso la concretizzazione del progetto del decennio precedente: costruire un edificio scolastico adatto alla consistente popolazione budriese. Nel mese di ottobre del 1901 viene creato un Comitato Promotore, che decide di organizzare una grande manifestazione pubblica per sensibilizzare la cittadinanza rispetto all’urgenza di realizzare le scuole e l’acquedotto. Il comizio è anticipato da un lungo corteo di cittadini preceduto dal Gonfalone del Comune e accompagnato dalle fanfare dei Pompieri e della Lega di Mezzolara, oltre ai Portabandiera delle varie Associazioni. Il momento culminante è al Teatro Comunale dove, dopo una breve introduzione di Pacifico Marchesini, il sindaco Demetrio Monari ripercorre la storia dei tentativi falliti a proposito della costruzione delle scuole e dell’acquedotto.
L’anno successivo il Comune commissiona la realizzazione degli edifici scolastici di Budrio e di Maddalena di Cazzano. Il progetto è presentato dall’ingegnere Attilio Evangelisti nella seduta straordinaria del 24 giugno 1902. Il 17 novembre è approvato il progetto anche se viene ripristinata la collocazione proposta nel 1891. La Giunta Provinciale Amministrativa della Prefettura di Bologna approva tutti i dettagli tecnici e quindi si procede all’acquisto del terreno e si contrae un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti di Roma al tasso annuo del 5% per venti annate di bilancio. L’edificio progettato dall’ingegner Evangelisti è completato nel 1904, quando la nuova scuola di viale Muratori è inaugurata ufficialmente. Il palazzo viene poi decorato con uno splendido fregio stile liberty: i disegni originali sono caratterizzati da un continuo avvicendamento di melograni e ninfee. L’autore di questi disegni è l’artista bolognese Alfredo Tartarini, spesso accanto ad Alfonso Rubbiani ed indimenticato amministratore del Collegio Artistico Venturoli (Bologna). Tartarini muore nel 1905, quando i fregi non sono ancora realizzati. Casanova e Breviglieri, amici ed estimatori del maestro recentemente scomparso, eseguono fedelmente i disegni, grazie alla collaborazione di Oreste Dal Buono. Nel 1908 sarà terminato anche il fregio e l’edificio scolastico potrà essere considerato completo sia dal punto di vista funzionale sia dal punto di vista artistico.

Leonardo Arrighi

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