I fratelli Monari alla guida di Budrio

25 luglio, 2017

monari2Chi è stato il primo Sindaco elettivo di Budrio? Chi è stato il primo Sindaco di Budrio alla guida di una maggioranza socialista?
Le risposte a queste domande non coincidono con la stessa persona, però riguardano due parenti molto stretti: i fratelli Silvio e Demetrio Monari. Tra gli ultimi decenni dell’800 e i primi del ‘900, i fratelli Monari hanno avuto il ruolo di animatori della vita politica e sociale budriese, guidata verso un nuovo orizzonte: all’insegna delle democrazia e della sensibilità rispetto ai più disagiati.

DUE FRATELLI INNAMORATI DI BUDRIO
I nomi di Silvio e Demetrio Monari raccontano la storia di due fratelli, impegnati nel rendere sempre più democratico il loro paese natale. Figli di Giandomenico e Geltrude Pelloni, Silvio e Demetrio diventano i punti di riferimento della famiglia, composta da altri cinque figli.
Silvio, nato il 10 dicembre 1855, si Laurea in Medicina Veterinaria nel 1877, mentre Demetrio – per permettere ai fratelli di studiare – decide di subentrare al padre, morto prematuramente, nell’attività di barbiere. Entrambi partecipano alla vita politica e sociale, animando le riunioni della Società Liberale Budriese, dell’Associazione Democratica Budriese, dell’Associazione Liberale poi divenuta Associazione Liberale Anticlericale Budriese. Entrambi i Monari instaurano un ottimo rapporto con Quirico Filopanti, indiscusso faro e ispiratore delle nuove idee. Il legame con Raffaele Belluzzi – uomo centrale sulla scena democratica bolognese – permette a Silvio e Demetrio di conoscere in modo approfondito delle realtà diverse da quella locale. Tra i fondatori della Associazione Operai del Mandamento di Budrio, che diventerà la prima cooperativa di lavoro agricolo della Provincia, ci sono i fratelli Monari, che mostrano la loro sensibilità verso le classi sociali più disagiate. È sufficiente ricordare il soprannome «avvocato dei poveri» attribuito a Demetrio: abituato – pur senza una Laurea in Giurisprudenza – a difendere chiunque non potesse permettersi un avvocato.
Il diritto allo studio, l’amore per la cultura e la storia hanno scandito le esistenze dei Monari che, oltre agli incarichi di Sindaco, si sono distinti per l’interpretazione e il significato attribuiti agli altri ruoli ricoperti: per Silvio si tratta della Presidenza della Congregazione di Carità e della presenza nel Consiglio Direttivo del Circolo Operaio Socialista di Budrio; mentre per Demetrio si può fare riferimento agli anni trascorsi come Consigliere e Assessore, a distanza di oltre vent’anni dalla prima all’ultima esperienza, culminata con la partecipazione alla Giunta retta da Ugo Lenzi (1908-1913).
Il bisogno di democrazia li ha portati a rinunciare a qualsiasi forma di compromesso e, per questeo, a dover sottostare alle persecuzioni delle Forze dell’Ordine. Resta emblematica la condanna a Silvio (1855-1934) per aver – insieme a Marchesini, Tomesani e Rossi – celebrato la festa del Primo Maggio (1894), lasciando fuoriuscire una inequivocabile luce rossa, ottenuta incartando le lampadine. Da notare la presenza, nel 1894, della luce elettrica a Budrio. Il carcere diventa realtà anche a causa dei contrasti con le politiche statali e dell’invito di Andrea Costa (processato a propria volta) ad un convegno budriese, organizzato nell’ambito della neonata Lega per la Difesa della Libertà.
Demetrio (1858-1929) rimane sempre nel mirino della Polizia – asservita al potere provinciale, prefettizio e statale – che non gli dà tregua nemmeno come Sindaco, testimoniando così la profonda integrità delle politiche attuate. In un rapporto emerge l’importanza dell’attività del minore dei due fratelli: «La sua bottega da barbiere è il convegno di tutti quelli che hanno abbracciato o stanno per abbracciare il nuovo verbo. Là si catechizza, là si dà l’intonazione, di là si domina la piazza».

 

SILVIO, IL PRIMO SINDACO ELETTIVO
Nel 1889 entra in vigore la Riforma delle Amministrazioni Locali, che prevede – per i Comuni al di spora dei 10000 abitanti – la sostituzione della nomina regia del Sindaco con l’elezione da parte del Consiglio Comunale. Nello stesso anno si svolgono le elezioni a Budrio: la vittoria dei radicali e socialisti (non dimenticando che il Partito Socialista nascerà nel 1892). Nel corso del primo Consiglio, Silvio Monari è eletto Sindaco. Questa nuova compagine sconvolge i consolidati rapporti sociali: per la prima volta artigiani, piccoli negozianti e braccianti si pongono alla guida del governo locale, suscitando il risentimento dei proprietari terrieri e di una classe sociale composta da borghesi e nobili, indispettiti per la perdita delle loro centralità.
Giustizia, solidarietà, necessità di organizzazione e collettivizzazione sono i valori che guidano Silvio e la sua Giunta – di cui, dal 1891, farà parte anche il fratello Demetrio –, legati al profondo significato della battaglie risorgimentali, combattute in nome della libertà.
Monari amministra con saggezza, tentando di far fronte alla miseria – resa drammatica anche dalle condizioni climatiche avverse e devastanti per le attività agricole – e alla disoccupazione: i sussidi e i lavori pubblici straordinari pongono un primo argine alle difficoltà. Il 22 gennaio 1891 il Sindaco crea una pubblica sottoscrizione per aiutare i cittadini messi in ginocchio dall’inverno rigidissimo.
L’Amministrazione Monari pone le basi per i mutamenti che si realizzeranno all’inizio del ‘900: Budrio acquisisce un’identità culturale connessa ai principi risorgimentali e alle persone – come Aurelio Saffi, ricordato con una lapide (ancora oggi visibile in via Bissolati) posta il 4 luglio 1890 – che li hanno interpretati; l’attenzione verso le necessità dei più deboli diventa prioritaria e riscrive l’agenda politica budriese; l’accesso ai servizi, tra cui soprattutto quello sanitario, si allarga ad una parte della popolazione, prima sostanzialmente esclusa. La diffusione dell’istruzione scolastica è una dei punti fermi e porta all’individuazione dell’area su cui costruire l’edificio delle Scuole Elementari di Budrio, che diventerà realtà oltre un decennio dopo.
Nel 1892 si conclude l’esperienza di Silvio Monari alla guida del Comune e si apre un periodo all’insegna dell’instabilità, che porterà ad otto anni pieni di stravolgimenti e di commissariamenti.

DEMETRIO GUIDA LA PRIMA AMMINISTRAZIONE SOCIALISTA
Dopo otto anni turbolenti, nel 1900 lo scenario politico budriese assume una fisionomia più definita. Le idee socialiste si diffondono e cominciano ad incidere in maniera determinante. Nel mese di marzo si assiste al rinnovo del Consiglio della Partecipanza, che vede l’ingresso di molti socialisti e l’elezione di Pietro Nanni come Presidente. A giugno Andrea Costa è eletto Deputato per il Collegio di Budrio. A seguito della rinuncia di Costa – che opta per il Collegio di Imola – si verificano nuove elezioni, che premiano Leonida Bissolati.
Il 7 ottobre si svolgono le votazioni per definire i componenti dell’Amministrazione budriese, che vede un successo netto dei socialisti: confermato anche dalla seconda tornata elettorale di dicembre. Il 31 ottobre Demetrio Monari inizia la propria attività come Sindaco, richiamando alla memoria l’esperienza conclusasi otto anni prima. Il rapporto con la Polizia, con il Prefetto e con la Giunta Provinciale sono sempre molto complicati e spesso portano all’annullamento delle decisioni prese dal Consiglio Comunale budriese. Demetrio continua ad essere nel mirino delle Forze dell’Ordine, che manifestano frequenti perplessità sul suo ruolo di diffusore di copie dell’Avanti!, de La Lotta e de La Squilla.
La prima Amministrazione socialista punta immediatamente sull’abolizione dei dazi doganali sul grano e sui generi di prima necessità, approvando una mozione per l’autonomia comunale. Il Comune diventa protagonista del potenziamento delle organizzazioni sindacali e cooperative, riuscendo a far fronte anche ai frequenti scioperi. Il sostegno di Leonida Bissolati non viene mai meno e si dimostra fondamentale per la costruzione di solidi rapporti con gli apparati statali: sono frequentissimi i viaggi di Demetrio a Roma per ottenere appalti di lavori pubblici per la Cooperativa Bracciantile Budriese e avere dei finanziamenti per realizzare grandi opere, decisive per il miglioramento sociale e per combattere la disoccupazione. A mutare radicalmente sono i rapporti tra proprietari terrieri e braccianti, che ora possono far sentire la propria voce in modo chiaro.
Nel 1901 Ettore Zanardi fonda il periodico socialista Il Lavoratore, che sarà oggetto di critiche da parte dei rappresentati regionali del partito, ma verrà difeso strenuamente dall’Amministrazione.
Nel triennio guidato da Demetrio prosegue il progetto relativo all’Acquedotto Comunale, viene avviata la costruzione dell’edificio delle Scuole Elementari e, grazie all’interazione con la Congregazione di Carità (presieduta da Zanardi), prende forma il Sanatorio per malati di tubercolosi di Vigorso. Tutti gli abitanti, soprattutto i più disagiati, possono usufruire dei servizi fondamentali, tra cui quello sanitario: il miglioramento delle condizioni igieniche, la possibilità di utilizzare i medicinali e di ricevere approfondite cure mediche incarnano a pieno la rivoluzione sociale dei primi anni del ‘900.

Ringrazio la Famiglia Monari.

Leonardo Arrighi

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